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Botti di Capodanno, l’allarme dei medici: “Uccidono uomini e animali e inquinano moltissimo”

In 10 anni 6 vittime e oltre 3mila feriti gravi. Sono 5mila ogni anno gli animali uccisi dai botti. Appello ai sindaci: "Vietateli"

I botti di Capodanno causano “effetti pesantissimi sulla salute e sull’ambiente“. Lo sostiene la Sima, la Società italiana per la medicina ambientale.

In Italia il bilancio degli ultimi 10 anni è di oltre 3mila feriti gravi e 6 morti. Ogni anno per colpa degli scoppi perdono la vita 5mila animali.

Operazioni dei carabinieri con sequestro botti illegali
Sono regolari, ogni anno, le operazioni dei carabinieri e polizia contro i botti illegali per le Feste. Anche quelli legali, però, provocano molti danni. Foto Ansa

Ma non basta. In una sola notte le polveri sottili aumentano del +1.900% e si producono fino a 6 tonnellate di rifiuti. A tracciare un bilancio del San Silvestro pirotecnico al quale in molti continuano a non rinunciare sono, come detto, i medici della Sima. La Società italiana di medicina ambientale lancia l’allarme in vista del veglione di Capodanno e chiede ai sindaci di vietare i botti. In base ai dati ufficiali del Dipartimento della Pubblica sicurezza – riporta la Sima in una nota – tra il 2012 e il 2022 si sono registrati in Italia 6 morti e 3.040 feriti gravi a causa di petardi e fuochi d’artificio utilizzati nella notte di Capodanno.

I botti uccidono gli animali

Non sono però soltanto gli esseri umani a subire le conseguenze dei botti. Si stima che nell’ultima notte dell’anno siano circa 5mila gli animali, tra domestici e selvatici, che perdono la vita per cause dirette e indirette riconducibili a petardi ed esplodenti. C’è poi la questione ambientale, continuano gli esperti. Innanzitutto – riferiscono – i botti di fine anno generano un’impennata dell’inquinamento dell’aria.

Inquinamento altissimo

Durante tutto l’anno i fuochi d’artificio sono responsabili di circa il 6% del Pm10 presente nelle città italiane, ma nella sola notte di Capodanno le polveri sottili registrano un incremento abnorme, denuncia la Sima. E raggiungono valori medi su 24 ore quasi tripli rispetto al normale limite giornaliero, fissato a 50 microgrammi per metro cubo, e un livello pari a 1.000 microgrammi per metro cubo nella prima ora dopo la mezzanotte, con un aumento del +1.900% rispetto ai valori massimi di legge. Per i medici dell’ambiente non bisogna poi dimenticare l’ingente quantità di rifiuti prodotta. Una stima prudente della Sima è che circa 60mila involucri, pari a circa 3-6 tonnellate, di botti e fuochi esplosi la notte di Capodanno rimangano sulle strade e nelle piazze delle nostre città.

Botti Capodanno terrorizzano gatti, cani e animali selvatici
Gatti, cani ma anche gli animali selvatici sono terrorizzati dai botti di Capodanno. Foto Ansa/Epa Rajat Gupta

Botti difficili da smaltire

Si tratta peraltro di rifiuti difficili da differenziare – precisano gli specialisti – perché composti per il 70% da cartone, plastica, legno o argilla. E per il restante 30% da polvere pirotecnica, in massima parte nitrato di potassio, zolfo e carbone, con aggiunta di metalli pesanti, magnesio e rame. “Botti, petardi ed esplodenti, oltre alle polveri sottili, rilasciano in atmosfera parecchie diossine, ovvero sostanze potenzialmente cancerogene” afferma il presidente della Sima, Alessandro Miani.

Prendendo in esame una singola città di medie dimensioni, i fuochi d’artificio esplosi nella sola notte di Capodanno possono arrivare a produrre emissioni nocive pari a quelle delle attività annuali di 120 inceneritori di rifiuti. Le sostanze liberate in atmosfera possono inoltre ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, raccolti, laghi, fiumi e persino falde acquifere“. “Per tale motivo – conclude Miani – come Sima rivolgiamo un appello ai sindaci di tutta Italia. Affinché in vista della notte di Capodanno varino ordinanze anti-botti che, oltre a salvare vite umane e tutelare gli animali, eviterebbero effetti devastanti sulla qualità dell’aria con benefici per la salute pubblica“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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