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Zelensky alla Casa Bianca e al Congresso: più armi e un messaggio a Putin

Primo viaggio all'estero del presidente ucraino dallo scoppio della guerra

Volodymyr Zelensky verso Washington. Il presidente dell’Ucraina incontrerà alla Casa Bianca Joe Biden e interverrà al Congresso degli Stati Uniti tenendo un discorso.

La notizia, anticipata da varie testate americane, è stata confermata dalla stessa Casa Bianca in un briefing con un ristretto numero di giornalisti.

Joe Biden e Volodymyr Zelensky: primo viaggio all'estero per il presidente ucraino dall'inizio della guerra
Joe Biden e Volodymyr Zelensky. Foto Ansa/Epa

Zelensky era desideroso di compiere il suo primo viaggio all’estero negli Stati Uniti per ringraziare il Paese del sostegno bipartisan” alle forze di Kiev, ha sottolineato un alto funzionario della presidenza Usa, riporta l’Ansa. Durante la visita del presidente ucraino, Biden annuncerà l’invio di un nuovo pacchetto di armidi quasi due miliardi” di dollari che per la prima volta conterrà “missili Patriot“, ha aggiunto la stessa fonte. “La visita di Zelensky a Washington è un messaggio degli Stati Uniti a Putin e al mondo che aiuteremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario“. Ma è anche il segnale che Biden non intende “spingere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a un negoziato“.

Zelensky al Congresso

Da parte sua, la presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha pubblicato una lettera aperta a Zelensky invitandolo a parlare personalmente al Congresso, mercoledì 21 dicembre. Nella lettera, riporta il quotidiano britannico The Guardian, Pelosi scrive tra l’altro che “la lotta per l’Ucraina è la lotta per la democrazia stessa“. In un tweet, il presidente ucraino ha confermato la notizia. “Sono in viaggio verso gli Stati Uniti – ha scritto – per rafforzare la resilienza e le capacità di difesa dell’Ucraina. In particolare, il presidente degli Stati Uniti ed io discuteremo della cooperazione tra l’Ucraina e gli Stati Uniti. Terrò anche un discorso al Congresso e una serie di incontri bilaterali“.

La portavoce del presidente ucraino, Iuliia Mendel, ha pubblicato su Twitter la foto della bandiera ucraina consegnata a Zelensky dai soldati a Bakhmut nel corso della sua visita al fronte, a sorpresa, il 20 dicembre. “Gli hanno chiesto di mostrarla al Congresso americano. Ha promesso di consegnarla al presidente degli Stati Uniti” ha scritto Mendel in un tweet. Non c’è dubbio che gli Stati Uniti siano il paese occidentale il quale, assieme alla Gran Bretagna, si è mostrato il vero ‘protettore’ di Kiev. Più volte Biden e Zelensky hanno parlato per telefono in questi 10 mesi di guerra. Spesso si sono elogiati a vicenda, sebbene non siano mancati momenti di tensione.

Zelensky a Bakhmut con la bandiera consegnatagli dai soldati che stanno combattendo i russi
Zelensky al fronte a Bakhmut con la bandiera dell’Ucraina consegnatagli dai soldati. Foto Twitter @IuliiaMendel

Gli scontri con Biden

Come quando il presidente ucraino ha accusato gli alleati occidentali di non fare abbastanza, nonostante gli aiuti giunti da Washington. E soprattutto quando, lo scorso giugno, con un’uscita a sorpresa, Joe Biden aveva pubblicamente criticato Zelensky. “Non volle ascoltare” gli avvertimenti americani prima dell’invasione russa, era stata, in quell’occasione, l’accusa del capo della Casa Bianca.

Zelensky ha già parlato al Congresso degli Usa – in collegamento video dall’Ucraina – lo scorso marzo, poco dopo l’inizio della guerra. In quell’occasione aveva evocato i giorni più bui della storia americana, inclusi Pearl Harbor e l’11 Settembre. Adesso il tono del suo discorso potrebbe essere ancora più accorato. L’inverno è duro, buona parte dell’Ucraina è sotto bombardamenti, senza gas, elettricitàacqua. Compresa la regione di Kiev.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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