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Manovra: caos in Commissione, Governo verso il voto di fiducia

Maggioranza e opposizione non trovano la quadra. Il tempo stringe e Meloni prova a rassicurare: "Non ci sarà l'esercizio provvisorio"

La manovra economico-finanziaria per la Legge di Bilancio dello Stato va verso il voto di fiducia. Dopo 11 ore la seduta della Commissione alla Camera è terminata all’alba senza l’approvazione di alcun emendamento.

Adesso è corsa contro il tempo altrimenti c’è il serio rischio che il Governo debba ricorrere all’esercizio provvisorio di bilancio. La premier Giorgia Meloni prova a rassicurare: “Ce la faremo“.

Sul varo della manovra la premier Meloni rassicura: "Non scatterà l'esercizio provvisorio di bilancio"
La premier Giorgia Meloni. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Nelle ultime ore i lavori sulla manovra sono rimasti sospesi per le trattative fra il Governo e i gruppi, di maggioranza e opposizione. Gli emendamenti dei relatori, spiegano fonti parlamentari, ancora non sono stati depositati. Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Giuseppe Mangialavori, verso le 6.20 ha riaperto la seduta per annunciarne la chiusura. Alle 13 è convocato l’ufficio di presidenza, poi la commissione tornerà a riunirsi alle 14. Il tempo stringe. L’obiettivo della maggioranza è chiudere con la votazione in Commissione e il mandato al relatore entro le 14 di oggi 20 dicembre.

Manovra, calendario strettissimo

La conferenza dei capigruppo della Camera ha infatti fissato l’avvio dell’esame in Aula del testo emendato per mercoledì 21 dicembre alle 13. La votazione generale avverrà non prima delle 16, cioè dopo il dibattito parlamentare. Si va dunque verso il voto di fiducia sulla manovra, che potrebbe scattare giovedì 22 dicembre. E questo perché l’obiettivo è quello di chiudere la partita alla Camera entro la sera di venerdì 23 dicembre, prima di Natale.

Il termine per la consegna degli emendamenti alla Camera è stato fissato alle 16 di mercoledì, quello per gli ordini del giorno alle 17. Se tutto filasse liscio il passaggio in Senato potrebbe avvenire tra il 27 ed il 29 dicembre, spiega l’Agi. Un calendario pensato per evitare l’esercizio provvisorio, che scatterebbe dal 1 gennaio in caso di mancato via libera del Parlamento sulla manovra. La premier Giorgia Meloni ha voluto allontanare questa prospettiva assicurando che “non ci sarà esercizio provvisorio“. Una sfida difficile in cui la prima presidente del Consiglio donna si gioca un pezzo di credibilità politica.

Concerto di Natale a Montecitorio
Concerto di Natale alla Camera dei deputati il 19 dicembre. Adesso però c’è da varare la manovra economica, e ci vorranno forse anche sedute notturne. Foto Ansa/Maurizio Brambatti

Legge di Bilancio, quanto vale

La legge di bilancio, basata sulla manovra in via di approvazione, vale 35 miliardi. Di questi, 21 miliardi sono destinati alle misure di mitigazione dell’aumento dei costi energetici. Un aumento legato alla congiuntura economica internazionale, che risente del conflitto in corso in Ucraina da 10 mesi.

La contesa in Commissione, però, riguarda il resto delle misure, da quelle sul contante a quelle sul fisco e sulle pensioni. C’è poi la questione del taglio del cuneo fiscale e della rinegoziazione dei mutui, con la possibilità di passare dal tasso variabile a quello fisso. Si continua a discutere, inoltre, di estendere il congedo parentale. Così come di nuove, possibili, assunzioni nella Pubblica amministrazione, fino alla determinazione fondi per il dissesto idrogeologico.

Manovra, il tetto al Pos

Si continua a discutere, infine, dello stop alle norme sull’innalzamento a 60 euro del limite per gli esercenti. Ovvero della soglia fino alla quale un negoziante può rifiutare di ricevere un pagamento tramite il Pos, cioè il sistema di transazione digitale, che comporta commissioni a volte anche elevate a carico dell’esercente. In realtà è probabile che il tetto a 60 euro non ci sarà. Semmai potrebbero intervenire meccanismi di compensazione a vantaggio dei commercianti al fine di alleviare il peso delle commissioni che pagano su ciascuna transazione elettronica.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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