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Manovra, pensioni minime a 600 euro. Verso il taglio del reddito di cittadinanza

Si lavora al provvedimento con gli emendamenti chiesti dalla maggioranza parlamentare

La maggioranza ha raggiunto l’accordo per il varo definitivo della manovra del Governo Meloni, almeno su alcuni punti chiave.

Fra questi l’aumento a 600 euro mensili delle pensioni minime per i cittadini con più di 75 anni. Si discute ancora, invece, del taglio del reddito di cittadinanza.

Emendamenti alla manovra del Governo Meloni. Potrebbero contenere il taglio del reddito di cittadinanza da 8 a 7 mesi
Gli emendamenti alla manovra potrebbero contenere il taglio del reddito di cittadinanza da 8 a 7 mesi. Foto Ansa/Circo Fusco

Manovra e Rdc

Per introdurre le modifiche alla manovra si metterà al voto un emendamento dell’esecutivo che è in via di definizione. I vari ministeri, nel frattempo, hanno inviato le loro proposte, che ammontano a 68. Il Governo Meloni, si apprende da fonti dell’esecutivo, sta inoltre ancora valutando se inserire nel provvedimento il taglio del reddito di cittadinanza abbassandone il periodo di ricezione da 8 a 7 mesi. Una misura, viene fatto notare, che libererebbe circa 200 milioni di euro.

Assegno famiglie numerose

Sono, come detto, svariate le proposte che molti ministeri hanno avanzato per modificare la manovra. C’è ad esempio quella che propone l’aumento del 50% dell’assegno per famiglie numerose a decorrere dal prossimo anno. Una normativa che comporterebbe sulla carta oneri in più pari a 47 milioni di euro all’anno. Non manca poi la richiesta di proroga fino a tutto il prossimo anno “della moratoria sui mutui, sugli altri finanziamenti e sui contratti di leasing per le imprese del settore turistico“. Si tratta di compartiin crisi di liquidità anche a causa dell’incremento del costo dell’energia elettrica e del gas“.

Assunzioni in polizia

Ma tra le misure che potrebbero finire nel pacchetto di emendamenti alla manovra ci potrebbe anche essere il completamento delle assunzioni nelle forze di polizia e nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si tratta di assunzioni già previste per quest’anno “ma non autorizzate per mancanza di copertura finanziaria“. C’è poi, in lista d’attesa, l’istituzione di un fondo “per l’alfabetizzazione mediatica e digitale“. E per “progetti educativi a tutela dei minori nell’ambito dei media digitali con una dotazione di 1 mln per ciascuno degli anni 2023-2025”.

Lotta allo streaming illegale

Potrebbe tornare nella commissione della Camera, l’emendamento alla manovra per favorire il contrasto della pirateria digitale con particolare riguardo agli eventi sportivi diffusi in diretta. Cosa che è oggetto di discussione al Senato nell’ambito del disegno di legge aiuti quater. Il Mit chiede poi l’istituzione di un Fondo destinato alla formazione iniziale per il personale impiegato sulle navi, in particolare le figure professionali mancanti delle sezioni di coperta, macchina, cucina e camera, “con una dotazione di 2 milioni per il 2023 e 3 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028“. E “il ripristino di esenzione Imu per i proprietari di immobili dichiarati inagibili post sisma, in precedenza adibiti” a prima casa.

Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanze, durante la festa di Fratelli d'Italia dal titolo "10 anni di Amore per l'Italia"
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Foto Ansa/Fabio Frustaci

La manovra secondo Giorgetti

La manovra alla base della legge finanziaria è stata tra gli argomenti al centro dell’intervista al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, alla Festa dei 10 anni di FdI. “Su 20 paesi europei che hanno fatto questo processo, 10 sono stati giudicati parzialmente in linea, cioè promossi con riserva, e 10, tra cui l’Italia, in linea, quindi promossi. Questa è la verità che è incontestabile agli atti“, ha affermato il ministro.

Poi naturalmente come talvolta accade in Italia, c’è chi tifa contro. E sperava in un giudizio parzialmente in linea o non in linea e non è stato così“, ha proseguito Giorgetti. “Ci sono state delle osservazioni. C’è il penultimo paragrafo in cui si esprimono delle riserve rispetto alle raccomandazioni fatte su tre aspetti, la mitica vicenda del Pos, il contante e una formula complicata sulle pensioni. Però sono dei dettagli“, ha aggiunto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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