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Addio a Sinisa Mihajlovic: il calcio perde un grande combattente

L'ex allenatore serbo del Bologna soffriva da anni di una grave leucemia

L’allenatore ed ex calciatore Sinisa Mihajlovic, 53 anni, è morto. Da tempo lottava contro una leucemia mieloide acuta.

A dare la notizia è l’agenzia di stampa Ansa a cui l’ha comunicata la famiglia del tecnico serbo.

Sinisa Mihajlovic è stato allenatore del Bologna, oltre che calciatore di varie squadre
Sinisa Mihajlovic lo scorso maggio da allenatore del Bologna. Foto Ansa/Ettore Griffoni

La nota della famiglia

Nella nota ufficiale in cui annuncia la scomparsa di Mihajlovic la famiglia definisce la sua morte “ingiusta e prematura. “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic“.

Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti” prosegue il comunicato della famiglia Mihajlovic. “Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato“.

Mihajlovic e la leucemia

Sinisa Mihajlovic stava combattendo la sua seconda battaglia contro la leucemia che, per la prima volta, si era presentata nel luglio 2019. Ma lo scorso marzo la malattia lo ha nuovamente colpito. La situazione del 53enne ex allenatore del Bologna si era fatta molto delicata. L’ultima apparizione in pubblico di Mihajlovic è avvenuta pochi giorni fa, a inizio dicembre, in una libreria, per la presentazione dell’autobiografia dell’allenatore e amico Zdenek Zeman. Oltre alla carriera da calciatore duro e dal piede ottimo, molti italiani avevano imparato a conoscerlo per il suo carattere nell’affrontare proprio terribile malattia che lo ha ucciso.

Dal luglio del 2019 Mihajlovic combatteva contro una leucemia mieloide acuta. “Ho passato la notte a piangere e ancora adesso ho lacrime ma non sono di paura” aveva raccontato 2 anni fa l’allora tecnico del Bologna. “Da martedì andrò in ospedale e non vedo l’ora di iniziare a lottare per guarire. Ho spiegato ai miei giocatori che lotterò per vincere come ho insegnato loro a fare sul campo. Questa sfida la vincerò, non ci sono dubbi. La malattia è in fase acuta e aggressiva ma attaccabile, ci vorrà del tempo ma si guarisce“. Un mese dopo, dopo tre ricoveri e un trapianto, Sinisa era già in panchina. Nel 2021 è stato ospite al Festival di Sanremo. Lo scorso marzo aveva però fatto sapere in conferenza stampa di doversi di nuovo sottoporre a un nuovo ciclo di cure per contrastare la ricomparsa della leucemia.

Mihajlovic al Festival di Sanremo nel 2021. La malattia lo ha aggredito di nuovo lo scorso marzo
Sinisa Mihajlovic (secondo da sinistra) al Festival di Sanremo nel 2021. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Una lunga carriera

Nato in Jugoslavia da padre serbo e madre croata, a Vukovar, nell’odierna Croazia, Sinisa Mihajlovic ha vinto la Coppa dei Campioni nel 1991 con la Stella Rossa di Belgrado dopo aver giocato nel Vojvodina. Passato alla Roma, ha poi giocato nella Sampdoria, nella Lazio, dove ha militato per diverse stagioni vincendo molti trofei, fra cui lo scudetto del 2000, e nell’Inter con cui ha vinto lo scudetto nel 2006. Da allenatore ha guidato, oltre al Bologna, la Fiorentina, il Catania, la Sampdoria, il Milan, il Torino e la Nazionale della Serbia. Centrocampista e difensore, fra i suoi colpi da maestro aveva le punizioni in cui eccelleva segnando spesso dalla lunga distanza.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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