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Musk fa chiudere alcuni account Twitter di giornalisti

Stop anche a quello che tracciava i movimenti del suo jet

Elon Musk ha fatto sospendere gli account Twitter di diversi cronisti statunitensi che si occupano del social e del suo proprietario multimiliardario.

La mossa arriva dopo che il patron della piattaforma ha cambiato la sua politica sugli account che tracciano i jet privati, compreso il suo.

Elon Musk ha fatto sospendere per una settimana diversi account di giornalisti Usa
Elon Musk, patron di Twitter. Foto Twitter @EvasTeslaSPlaid

Sospeso anche Mastodon

I giornalisti ora bloccati sul nuovo Twitter di Musk sono Ryan Mac del New York Times, Donie O’Sullivan della Cnn, Drew Harwell del Washington Post, Matt Binder di Mashable, Micah Lee di Intercept. Sospesi anche i reporter indipendenti Aaron Rupar, Keith Olbermann e Tony Webster. Stessa misura per l’account di Mastodon, piattaforma nota come alternativa a Twitter.

Lo stop di @ElonJet

Alcuni dei profili sospesi avevano twittato sulla sospensione dell’account dello studente che tracciava il jet di Musk, @ElonJet, e la sua presenza sull’altro social Mastodon, dove gli aggiornamenti sulla posizione di Musk continuano a essere presenti. Sono in tanti ora a criticare nuovamente Elon Musk dopo la sospensione dell’account che tracciava la posizione del suo jet privato.

Il nuovo proprietario di Twitter aveva infatti di recente assicurato che “il mio impegno per la libertà di parola riguarda anche l’account che segue il mio aereo. Nonostante questo comporti un rischio per la sicurezza personale“. A gestire l’account @ElonJet era Jack Sweeney, studente universitario della Florida di 20 anni. Sweeney ha utilizzato le informazioni di tracciamento dei voli disponibili a tutti per creare un’allerta automatica su Twitter ogni volta che il Gulfstream di Musk decollava o atterrava.

L'account di uno dei cronisti statunitensi bannati da Twitter. Il fatto ha scatenato polemiche sui social e non solo
L’account di Donie O’Sullivan della Cnn, uno dei cronisti bannati da Twitter. Foto Twitter @putino

Musk e l’offerta a Sweeney

La notizia della cancellazione del profilo è stata comunicata dallo stesso Sweeney che ha condiviso uno screenshot di un messaggio ricevuto dal social media. “Dopo un’attenta revisione, abbiamo stabilito che il tuo account ha violato le regole di Twitter e quindi è stato sospeso in modo permanente“. L’ultimo post dell’account, che ha oltre mezzo milione di follower, mostrava il jet di Musk al decollo da Oakland (California) lunedì 12 dicembre. L’atterraggio a Los Angeles era avvenuto, e documentato, 48 minuti più tardi.

Prima di acquistare Twitter il patron di Tesla aveva offerto allo studente della Florida 5mila dollari per chiudere l’account e “impedire ai pazzi di rintracciare i suoi voli“. Sweeney aveva rilanciato chiedendo 50mila dollari per il college e una Tesla Model 3, ma Musk non aveva accettato. Si sarebbe insomma verificata un’asta al rialzo che sarebbe fra i motivi all’origine della drastica decisione di sigillare con la forza l’account @ElonJet.

Tesla, Musk vende azioni

Nel frattempo Elon Musk non si ferma. Il patron di Twitter ha venduto quasi 22 milioni di azioni Tesla in un periodo di tre giorni che si è chiuso il 14 dicembre. Valore complessivo dell’incasso: 3,6 miliardi di dollari. Lo riporta il Wall Street Journal, citando un documento depositato alla Sec, l’autorità di Borsa americana. Con la vendita di questa settimana, l’amministratore delegato della casa di auto elettrice ha ceduto azioni Tesla per un valore di oltre 39 miliardi dal picco raggiunto nel novembre 2021. Da allora la società ha perso oltre 700 miliardi di dollari sul mercato, anche se resta la più grande casa automobilistica al mondo per valore.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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