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Economia, giro di vite: la Bce alza i tassi di interesse e si libera dei bond

La presidente Lagarde annuncia un cambio di rotta. Francoforte chiama i 27 a realizzare al più presto le riforme dei PNRR

Cresce il costo del denaro in Europa perché la Bce di Christine Lagarde ha deciso di aumentare i tassi di interesse.

La Banca centrale europea ha alzato i tassi di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui depositi al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,5% e quello sui prestiti marginali al 2,75%.

Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (Bce). Ha sostituito Mario Draghi nel 2019
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (Bce). Foto Ansa/Epa Stéphanie Lecocq

Per tasso d’interesse si intende la remunerazione che un prestatore di denaro percepisce (ad esempio le banche) e il costo che un debitore sostiene (ad esempio gli imprenditori e le famiglie). La Governatrice della Bce, Christine Lagarde, ha di fatto ricalcato la mossa della Fed – la Banca centrale degli Stati Uniti – che il 14 dicembre ha portato i tassi al 4,5%. Tanto per far capire la situazione economico-finanziaria tutt’altro che rosea in cui si trova l’Occidente, il consiglio direttivo della Bcesi aspetta di alzare ulteriormente i tassi“.

La Bce e i bond

La Bce avvia inoltre il quantitative tightening: il processo con cui inizierà a liberarsi dei bond comprati negli anni passati. Titoli di Stato dei vari Paesi europei, a cominciare da quelli più in difficoltà come l’Italia, che non saranno più a carico dell’istituto europeo con sede a Francoforte “a partire dagli inizi di marzo 2023“. Il portafoglio del programma App “sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l’Eurosistema reinvestirà solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023″.

Recessione sì, ma non troppo

Da parte della Bce arriva anche una comunicazione sull’economia dell’Eurozona, che dovrebbe registrare, fra il quarto trimestre 2022 e il primo trimestre 2023, una “recessione relativamente breve e poco profonda“. Le nuove stime macroeconomiche dell’istituto di Christine Lagarde indicano per l’Europa “una crescita economica del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell’1,9% nel 2024 e dell’1,8% nel 2025“. Resta però essenziale la decisione di Francoforte di alzare i tassi, e il fatto che prevede debbano ancora salire “significativamente“.

L'anno prossima la Ue attende una recessione
Gli affari in Borsa non godono di ottima salute in questo periodo di fine 2022. Foto Ansa/Epa Altea Tejido

“Subito le riforme del PNRR”

Tutto ciò perché, come ha affermato Lagarde, “l’inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata. E, secondo le proiezioni, si manterrebbe su un livello superiore all’obiettivo per un periodo di tempo troppo prolungato“. Ecco dunque, ha sottolneato la governatrice della Bce, che i Governi dell’area euro devono mettere velocemente in pratica le riforme concordate in base al piano di finanziamenti Next Generation Eu e scritte nei PNRR nazionali. L’economia dell’area euro, pur di fronte a una recessione soft e con una stima di crescita del +0,5% per il 2023, fronteggia “rischi al ribasso” per la crescita, con la guerra in Ucraina che continua a porre “un rischio significativo“. Al contrario, “i rischi per lo scenario d’inflazione sono principalmente al rialzo“.

La Bce e la Borse

In un contesto come questo peggiora la situazione sui mercati, con Piazza Affari e il Btp italiano che indossano la maglia nera in Europa. Il listino milanese cede il 2,5% dopo la stretta sui tassi, l’annuncio dell’avvio del quantitative tightening e la previsione di nuove strette mentre lo spread Btp-Bund si allarga di quasi 12 punti base a quota 203 punti. Con il rendimento del decennale italiano che balza di 26 punti base al 4,11%, un filo sopra il decennale greco il cui rendimento è al 4,109%.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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