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Codice della strada: multe in base al reddito e possibilità di ritirare la patente a vita

Dalla prossima settimana discussione al tavolo voluto dal ministro Salvini. Incidenti stradali prima causa di morte fra i giovani

Chi ha redditi più alti pagherà multe più salate. Lo prevede un’ipotesi di riforma del codice della strada.

Inoltre chi guida in stato di ubriachezza o sotto l’effetto di droga rischierà di vedersi ritirare la patente a vita.

Il Governo Meloni vuole cambiare il codice della strada riformandolo dopo 30 anni
Al vaglio del Governo un aumento delle multe stradali in base al reddito del guidatore. Foto Ansa/Ciro Fusco

Il codice e i monopattini

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, si appresta a rivedere il codice della strada, la cui stesura ufficiale risale a 30 anni fa. E annuncia una stretta a 360 gradi che riguarderà non solo le ritorsioni per alcune infrazioni, ma anche la possibilità di adeguare le multe al reddito del conducente. In questo caso rendendole, quindi, più salate per chi possiede redditi più alti. Ma Salvini vuole affrontare anche il tema dei monopattini elettrici. Veicoli sempre più diffusi per i quali da molte parti sale la richiesta di una regolamentazione più rigorosa del loro uso.

Incidenti fra i giovani

Oggi in Italia gli incidenti stradali sono la prima causa di morte fra giovani e neopatentati. Secondo quanto emerso dal rapporto Dekra sulla sicurezza stradale, nell’Unione europea gli incidenti stradali che coinvolgono i giovani fra i 18 e i 24 anni causano la morte del guidatore o del passeggero al suo fianco nel 64% dei casi. Per le altre fasce d’età la media scende al 44%. E ora, dunque, il Governo si appresta a correre ai ripari con una riforma del codice della strada. “È giusto sanzionare gli automobilisti irresponsabili, e le cronache di questo fine settimana lo dimostrano” ha affermato Salvini. “Ma è chiaro che non sali in auto in 7. Su questo puoi fare tutta l’educazione stradale che vuoi, puoi mettere tutta la prevenzione che vuoi, ma questo mi sembra oggettivo“.

Matteo Salvini a margine della presentazione del Rapporto DEKRA sulla sicurezza stradale 2022 a Roma,
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini. Foto Ansa/Maurizio Brambatti

Il ministro ha fatto riferimento a un gravissimo incidente avvenuto ad Alessandria. “Se ci si mette consapevolmente alla guida drogati o ubriachi provocando incidenti, morti e feriti, la sospensione della patente per uno o due anni non è sufficiente” ha quindi spiegato Salvini. Chi si mette alla guida sotto effetto di alcol o stupefacenti “è una bomba e un potenziale assassino“. In tali casi “ritengo che la revoca a vita della possibilità di guidare possa e debba essere considerata“. E se non la revoca a vita, “però almeno la sospensione per 10 anni del diritto di guidare penso che sia sacrosanta“.

Ma, come detto, nel futuro codice della strada si prospetta anche una possibile revisione del meccanismo delle multe. Ad annunciarlo è stato il viceministro Galeazzo Bignami, spiegando che il Governo Meloni svolgerà “un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni“. Con la possibilità quindi di introdurre un incremento delle multe in base alla disponibilità economica di ciascuno.

Il codice e l’etilometro

Tutto questo lo si affronterà nella discussione sul codice della strada, dalla prossima settimana. E quella sarà quindi l’occasione per valutare l’introduzione di regole più restrittive per altri mezzi quali ad esempio i monopattini elettrici o dell’obbligo dell’etilometro a bordo. Nelle priorità di Salvini per garantire la sicurezza stradale c’è infatti anche “l’etilometro monouso obbligatorio a bordo“. Secondo il ministro infatti “farsi l’autotest prima di mettersi alla guida per fermarsi fino a che si è in tempo penso che sia un provvedimento utile“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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