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“La sindrome del viaggio”: secondo la scienza è nel nostro DNA

Partire, organizzare, esplorare sembra essere un desiderio più radicato di quanto si possa pensare

Secondo la scienza esiste una vera e propria ‘sindrome del viaggio’ detta, per l’appunto, Sindrome di Wanderlus. Si tratta di qualcosa radicata addirittura nel DNA e che ispira quel desiderio di partire per poi tornare e voler ripartire. Organizzare, esplorare, senza praticamente mai sentire l’esigenza di fermarsi per molto tempo.

Se qualche volta è capitato di sentir definire qualcuno un “malato di viaggi“, adesso la scienza potrebbe dare conferma a questa definizione. Viaggiare, infatti, potrebbe essere una vera e propria sindrome che è stata definita da alcuni esperti: Sindrome di Wanderlus. Infatti, organizzare un tour, partire ed esplorare posti lontani o vicini, tradizioni e culture diverse è un modo per fare del bene a sé stessi. Potrebbe essere interpretata come una sorta di terapia che qualcuno adopera anche quando ha bisogno di ritrovare la propria dimensione, la propria pace interiore. Per molti viaggiare è, però, un vero e proprio stile di vita.

Sindrome di Wanderlus per chi viaggia sempre
Donna in viaggio, valige e mappamondo – VelvetMag

Come nasce la Sindrome di Wanderlust

Come scriveva Italo Calvino: “Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda“. Quindi viaggiare è una sorta di cura, ma anche un modo per crescere e cambiare. Per molte persone viaggiare è una spinta che nasce da dentro e che porta a voler partire di continuo. C’è, persino, chi sceglie di cambiare la propria vita, il proprio lavoro, le proprie abitudini per non rinunciare a viaggiare. In questo caso, come spiega anche la scienza, non si tratta solo di un capriccio o di un sogno da realizzare a tutti i costi, ma si parla di una vera è propria sindrome. La Sindrome di Wanderlust è spesso attribuita a chi ama particolarmente viaggiare e non si ferma, praticamente, mai. Diventata persino un hashtag su Instagram, viene da chiedersi il significato, nello specifico, questo termine.

Le sue origini sono tedesche e fa riferimento ad un sentimento, ma nello specifico proprio al desiderio incontenibile di viaggiare. Dall’etimologia della parola: “Wandern” vuol dire “vagare“, invece “Lust” significa “desiderio“. Questa parola fu adoperata per la prima volta nel 1800 da Friedrich Rücker nella sua poesia Die drei Quellen. Quando oggi si sente parlare di Sindrome di Wanderlust ci si riferisce al desiderio di esplorare il mondo e di incessante scoperta. Con la parola “sindrome” poi si indicano le persone che hanno adoperato dei cambiamenti importanti nella propria vita, pur di non rinunciare a viaggiare.

Aeroporto: viaggio d'arrivo arrivo o partenza
Donna in aeroporto – VelvetMag

Il gene del viaggio

Per la scienza, difatti, il bisogno irrefrenabile di viaggiare è scritto nel DNA. Esistono dei geni, in certe persone, che portano il ‘codice del viaggio’. Diversi studi che si sono interrogati su alcuni comportamenti umani, hanno dimostrato che a stimolare la voglia di viaggiare è il DRD4, recettore della dopamina. Come riporta il sito Si Viaggia, lo scienziato JB Lichter avrebbe rivelato che tale recettore provochi gli impulsi che stimolano il desiderio di partire ed esplorare senza fermarsi.

Proprio per questo motivo il DRD4 sarebbe stato ribattezzato il “gene del viaggio” e, come afferma uno studio del 2011 di Schilling, Walsh e Yun, oggi si troverebbe in circa il 20% delle persone che popolano tutto il mondo. Descritta come una sorta di irrequietezza interiore che si placa solo se è in procinto l’organizzazione di un nuova meta da raggiungere. Non si tratta di una sindrome pericolosa, anche se potrebbe insinuare il desiderio di viaggiare sempre. Ma del resto, per riportare le parole di Giuseppe Ungaretti: “La meta è partire“.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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