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Edvard Munch, la pittura di un’esistenza tormentata dalle disgrazie familiari

L'artista norvegese è una delle più celebri personalità artistiche del XX secolo

Edvard Munch è uno dei pittori che meglio rappresenta il concetto di Simbolismo, movimento artistico e culturale nato nella Francia della seconda metà dell’Ottocento. Nonché soprattutto precursore dell’Espressionismo. Attraverso l’osservazione dei suoi quadri, infatti, non ci si ferma mai ad un’apparenza superficiale ed immediata, ma ci si immerge al loro interno per scavarne e scoprirne il vero significato.

Nelle opere dell’artista traspare sicuramente una personalità poco solare e rilassante per la sua visione del mondo piuttosto cupa e priva di serenità. Infatti, attraverso la maggior parte dei suoi quadri Munch riuscì ad esplorare nel profondo le sofferenze della vita e le sue sfaccettature più dolorose trasportando l’osservatore in un viaggio di dolore e angoscia. Ovviamente non tutta la sua arte si sofferma ed è mossa da tristezza ed inquietudine.

Edvard Munch
Edvard Munch
Foto crediti: Heritage Images on Getty Images – VelvetMAG

Questi sentimenti, però, fanno inevitabilmente parte dell’animo umano ovvero ciò che il pittore cerca di rappresentare sulle sue tele. Inoltre, c’è anche da dire che nonostante le sue opere siano caratterizzate da un aspetto alquanto autobiografico, dal momento che l’artista si ispirò spesso a situazioni personali e vicende a lui accadute, riesce comunque a rendere universali le emozioni di cui parla. Elemento, questo, che rende la sua arte estremamente inclusiva.

Le avversità che segnano il percorso esistenziale dell’artista

Edvard Much nasce a Loten, in Norvegia, il 12 dicembre del 1863. Secondo di cinque figli nati da Laura Catherine Bjolstad e Christian Much: Joenne Sophie, Peter Andreas, Laura Catherine e Inger Marie. I primi fatti che andarono a segnare il percorso esistenziale, e di conseguenza artistico, del pittore norvegese possono già individuarsi nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza. Era, infatti, ancora molto piccolo quando perse la madre, la quale morì di tubercolosi poco dopo aver dato alla luce l’ultima figlia, Inger. Qualche anno più tardi, poi, anche sua sorella maggiore, a cui Edvard era molto legato, fu stroncata dalla stessa malattia.

A prendersi cura del giovane Munch furono il padre e la zia Karen. E fu proprio in questo periodo che il ragazzo iniziò a intraprendere la strada dell’arte cercando attraverso il disegno di tenersi occupato durante le sue giornate. Ben presto, però, anche il padre dell’artista rimase colpito da questi gravi lutti entrando in una sindrome maniaco-depressiva. Quest’ultimo evento seguito dalle crisi psichiche della sorella Laura e dalla morte del fratello Peter lo segneranno definitivamente. Trasmettendogli quella visione macabra del mondo che lo renderà poi uno dei più grandi artisti del Novecento. A tal riguardo scrisse: “ho ereditato due dei più spaventosi nemici dell’umanità: il patrimonio della consunzione e la follia.

Il periodo di formazione del pittore norvegese

A diciassette anni, grazie ad una borsa di studio, iniziò a frequentare L’Accademia di belle arti di Oslo dove rimase per un anno prima di trasferirsi alla Scuola d’Arte e Mestieri nel 1881. Qui seguì le lezioni dello scultore Julius Middelthun e dell’artista Christian Krohg e sotto la loro influenza Edvard realizzò le sue primissime opere d’arte. Tra queste un ritratto del padre, un autoritratto e una raffigurazione del bohémien Karl Jensen-Hjell. Quest’ultima opera, però, fu poco gradita dalla critica che dichiarò sdegnata: “l’impressionismo portato all’estremo: è una parodia dell’arte”. Sempre in questo periodo Munch ebbe la possibilità di entrare in contatto con correnti artistiche come il naturalismo e l’impressionismo motivo per cui molte delle sue prime opere ricordano quelle di Monet.

Edvard Munch autoritratto con sigaretta 1895
Edvard Munch autoritratto con sigaretta 1895
Foto crediti: Pintarest – VelvetMAG

Nel 1885 si spostò a Parigi dove imparò da celebri pittori come Gauguin, Van Gogh e Degas. Il 1892 a Berlino fu organizzata una delle sue prime mostre più importanti durante la quale espose circa 50 dei suoi dipinti. Il giudizio della critica, però, fu altamente negativo al punto da farla sospendere soltanto una settimana dopo. Il pittore rimase a Berlino fino al 1908. In quegli anni la sua inquietudine andò ad aumentare sempre di più e ciò a causa dell’abuso di alcool che lo costrinse ad un ricovero in una casa di cura a Copenaghen. Nel 1937 il regime nazista lo perseguitò e nel 1944 morì in piena guerra ad Oslo a causa di una polmonite.

L’urlo di Edvard Munch

Edvard Much realizzò la sua opera più celebre, L’urlo, all’età di 30 anni. Quest’opera, che fa parte della serie “Il fregio della vita”, rappresenta in un certo senso in maniera più evidente rispetto ad altre l’angoscia esistenziale che tormenta l’artista nel corso di tutta la sua vita. L’idea del quadro pare nacque durante una passeggiata al tramonto insieme a degli amici nei pressi di Ekeberg, punto panoramico di Oslo, quando fu colpito all’improvviso da un attacco di panico. Il colore preponderante del dipinto, rosso acceso, richiama quello del sangue evidenziando quell’aspetto di inquietudine e malessere che il pittore vuole far trasparire attraverso l’opera. L’utilizzo dei toni accesi, caratteristica costante che possiamo ritrovare in tutti i suoi dipinti, anticipano gli aspetti dell’espressionismo.

L'urlo di Edvard Munch 1893-1910
L’urlo di Edvard Munch 1893-1910
Foto crediti: Pintarest – VelvetMAG

Proprio oggi nasceva Evard Munch e noi della redazione di VelvetMAG ricordiamo uno dei più grandi artisti del XX secolo con grande ammirazione.  

 

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Arianna Varvesi

Tv e Cronaca rosa

Romana, studentessa di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Roma Tre. Appassionata di psicologia criminale per cui ha seguito diversi seminari dedicati alle tecniche di riconoscimento della menzogna. Ha approfondito le tematiche del diritto internazionale tanto da prendere parte ad una simulazione ONU organizzata secondo il Model United Nation.
Si occupa di serie tv sul blog di VelvetMAG dedicato ai VIP www.velvetgossip.it. In particolare reality e talent show senza distogliere lo sguardo dalla cronaca rosa.

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