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Angelus 11 dicembre, Papa Francesco esprime la sua preoccupazione per il Sud Sudan

Nel suo messaggio domenicale il Pontefice rivolge un pensiero anche al paese che lo accoglierà a febbraio

Nell’Angelus di domenica 11 dicembre, Papa Francesco, dopo aver affrontato il messaggio contenuto nel Vangelo odierno, rivolge il suo pensiero al Sud Sudan. A inizio febbraio, infatti, il Pontefice affronterà un nuovo viaggio apostolico proprio in quella terra dove, da inizio agosto, sono scoppiate ancora violenze e scontri armati che hanno colpito anche gli sfollati della precedente guerra.

Domenica 11 dicembre Papa Francesco dedica il suo messaggio prima dell’Angelus al Vangelo odierno. Affrontando l’importanza del tempo di Avvento, descrive lo “sconcerto” di Giovanni Battista. E in questa occasione, il Santo Padre vuole sottolineare come la preparazione alla nascita di Gesù può essere affrontata anche dal dubbio. Esso, infatti, non è in contraddizione con la fede, ma anzi può essere talvolta essenziale per la crescita spirituale. La misericordia di Gesù, verso gli ultimi, verso i ciechi che riacquistano la vista, gli zoppi che tornano a camminare, i morti che tornano a vivere è l’essenza del Vangelo. E proprio ispirato da questa misericordia, al termine della Preghiera dell’Angelo, il Papa rivolge il suo pensiero al Sud Sudan. Paese nel quale, dallo scorso agosto, si sono riaperti pesanti conflitti che stanno colpendo persone già afflitte dalla guerra precedente.

Angelus di Papa Francesco domenica 11 dicembre
Papa Francesco in occasione dell’Angelus di domenica 11 dicembre 2022 @Crediti Ansa – VelvetMag

Il messaggio che precede l’Angelus

Giovanni Battista, in carcere, si chiede se sia veramente Gesù il Messia che doveva attendere. E questo dubbio, questa domanda cruciale è un monito per tutti. Il Battista pensava che sarebbe arrivato un Messia severo, pronto a fare giustizia adoperando la potenza e punendo chi ha peccato. Lo scoraggiamento affrontato da Giovanni è lo stesso che può colpire chiunque; e per questo, Papa Francesco, nel suo messaggio che precede l’Angelus, tende a specificare: “Anche il più grande credente attraversa il tunnel del dubbio. E questo tunnel del dubbio non è risparmiato, no, e non è un male, anzi, talvolta è essenziale per la crescita spirituale: ci aiuta a capire che Dio è sempre più grande di come lo immaginiamo“. Ma questo dubbio, presentato da Giovanni Battista, serve a far capire a tutti i fedeli che il Signore non può essere chiuso in schemi prefissati.

Non possiamo pensare di: “Sapere già tutto su di Lui“. A volte risulta difficile comprendere il modo in cui Dio opera, ma continuando a cercare e a credere si possono ottenere le risposte a tante domande. Su questo concetto Papa Francesco insiste nel suo discorso che precede l’Angelus della terza domenica d’Avvento. Il Signore interviene sempre rispettando il nostro pensiero e le nostre libertà e questo può suscitare, spesso, incertezze. ” E può capitarci – come spiega il Santo Padre – qualcosa di simile anche con i fratelli. Abbiamo le nostre idee, i nostri pregiudizi e affibbiamo agli altri, specialmente a chi sentiamo diverso da noi, delle rigide etichette“. L’Avvento è: “Un tempo di ribaltamento di prospettive“. È il tempo di uscire dagli schemi e i pregiudizi, verso Dio, ma sopratutto verso i fratelli.

Piazza San Pietro in occasione dell'Angelus domenicale
Piazza San Pietro e benedizione dei “Bambinelli” in occasione dell’Angelus di domenica 11 dicembre 2022 @Crediti Ansa – VelvetMag

L’appello per il Sud Sudan

L’Avvento è un tempo in cui, anziché pensare ai regali per noi, possiamo donare parole e gesti di consolazione a chi è ferito, come ha fatto Gesù con i ciechi, i sordi e gli zoppi“. Ed è in questo contesto, prima dei saluti al termine dell’Angelus, che il Papa chiede di rivolgere l’attenzione verso i più deboli e vulnerabili del mondo. Ricordando il viaggio apostolico dal 3 al 5 febbraio a Juba, il Santo Padre rivolge la sua preoccupazione verso il Sud Sudan. Le violenze che stanno coinvolgendo lo Stato dell’Alto Nilo, dallo scorso agosto, hanno colpito anche gli oltre 5mila sfollati della guerra precedente (dal 2013 al 2018).

Il conflitto è scoppiato lo scorso agosto nel villaggio di Tonga, nella diocesi di Malakal, quando diverse fazioni armate hanno assaltato anche il campo sfollati di Aburoch. E esprimendo tutto il suo dolore per questa situazione il Pontefice esorta: “Preghiamo il Signore per la pace e la riconciliazione nazionale, affinché cessino gli attacchi e siano sempre rispettati i civili“.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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