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Dopo 3 anni la Cina volta pagina: addio alla strategia ‘zero Covid’

Quarantena anche a casa e lockdown di soli 5 giorni; dopo le proteste in molte città Xi Jinping corre ai ripari

La strategia zero Covid sta fallendo e la Cina adesso cambia rotta. Le proteste in molte città del paese nelle ultime settimane stanno piegando la resistenze del regime di Pechino.

Xi Jinping e il suo Governo hanno deciso di allentare le misure restrittive contro la pandemia, ancora molto strette in rapporto a quelle vigenti altrove nel mondo. In una nota diffusa dai media, il meccanismo congiunto di prevenzione e controllo della pandemia del Consiglio di Stato ha annunciato 10 nuove misure. L’obiettivo è quello di “prevenire e controllare l’epidemia in modo più scientifico e accurato“. Ma anche di “risolvere efficacemente i problemi in sospeso nel lavoro di prevenzione e controllo“.

Proteste in Cina contro la strategia 'zero Covid' sono scoppiate in varie città tra cui Pechino e Shanghai
Agenti di polizia bloccano una strada durante una protesta a Pechino contro le misure restrittive per il Covid, il 27 novembre 2022. Foto Ansa/Epa Mark R. Cristino

La Cina rilasserà ulteriormente le direttive sui tamponi di massa e permetterà ai contagiati asintomatici e lievi – circa il 90% dei nuovi casi giornalieri – di potere effettuare la quarantena a casa. In alternativa, è possibile “scegliere volontariamente l’isolamento centralizzato per il trattamento” sanitario.

Il dietrofront della Cina

Inoltre, “a eccezione di alcuni luoghi speciali“, sottolinea la nota del Governo della Cina, “non si richiedono certificati negativi al test dell’acido nucleico e i codici sanitari non sono controllati“. Complessivamente si può affermare che siamo di fronte a un chiaro dietrofront della Cina rispetto al controllo, tramite la app sanitaria, dell’esposizione dei singoli cittadini al Covid-19 in vigore fin dall’inizio del 2020.

La Commissione Nazionale per la Sanità della Cina ha ribadito l’importanza di accelerare il processo di vaccinazione della popolazione anziana. E questo con particolare riferimento alle persone tra i 60 e i 79 anni di età e agli ultra-ottantenni. Ovvero alle categorie in cui il tasso di vaccinazione è più basso. Ma il Governo ora vuole anche ottimizzare i lockdown nei luoghi dove si verificano casi di contagio in aree considerate ad alto rischio di diffusione. In sostanza: evitare di esasperare le popolazione e quindi sbloccare le aree chiuse in maniera “rapida“. Questo avverrebbe però soltanto nel caso di assenza di nuovi contagi per 5 giorni consecutivi.

Xi Jinping, capo della Cina, ha ideato la strategia zero Covid che però adesso vacilla sotto i colpi delle proteste
Il presidente cinese Xi Jinping. Foto Ansa/Epa

Xi Jinping e il Politburo

Le nuove decisioni della Cina arrivano a breve distanza dall’ultima riunione del Politburo, l’Ufficio politico del Comitato centrale del Partito Comunista, presieduta da Xi Jinping. Il presidente della Cina ha voluto impostare il lavoro economico per il prossimo anno citando anche la necessità di “coordinare meglio prevenzione e controllo delle epidemie e lo sviluppo economico e sociale“. Lo riporta una nota diffusa dall’agenzia Xinhua. L’inversione di marcia della Cina nelle misure anti-pandemiche giunge dopo le proteste dei giorni scorsi in molte grandi città contro i lockdown imposti dalla linea di “zero Covid“. Un’impostazione rigidissima, da tempo in vigore per contenere la diffusione del virus, a cui hanno fatto seguito prime misure di rilassamento dei controlli sanitari in varie città cinesi.

Il capodanno della Cina

Già nei giorni scorsi, dai media statali era apparsa la possibilità di un declassamento della gestione della malattia a livello nazionale, a partire da gennaio prossimo. E dunque di un relativo rilassamento dei protocolli sanitari. Il tutto in virtù di un indebolimento del virus e di un basso tasso di decessi. Ma anche perché sta per arrivare il capodanno cinese – il prossimo 23 gennaio – e la Cina ora vuole che l’evento possa trasformarsi nel primo gran ritorno di massa alla completa normalità post Covid.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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