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Social, da Whatsapp a Twitter le novità in arrivo

Gli auto-messaggi della chat di microblogging e tweet 3 volte più lunghi per il personal media di Elon Musk

Da Whatsapp a Twitter, i social media sgomitano per riacciuffare quote di mercato e nuovi utenti. La crisi morde anche le big tech e non c’è tempo da perdere.

La chat di proprietà di Meta sfodera gli auto-messaggi, mentre Elon Musk vuole allungare i testi dei Tweet. Ebbene sì: ora Whatsapp consente l’invio di messaggi a se stessi. La chat social ha confermato infatti l’arrivo della funzionalità Message Yourself. Si tratta di una modalità che riguarda quegli utenti che non usano app specifiche per prendere appunti o fare promemoria. Per questo d’ora in poi potranno sfruttare gli auto-messaggi di Whatsapp a questo fine.

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Da sin., Elon Musk, proprietario di Twitter, e Mark Zuckerberg, a capo di Meta che controlla Whatsapp

Gli ‘appunti’ social

Disponibile su iOS e Android, la funzione è stata in prova nelle ultime settimane e adesso è pronta per un pubblico social di massa. Message Yourself ricorda una la possibilità già vista su altre app di messaggistica, come Telegram. Consente di mandare messaggi all’interno di una chat visibile solo all’utente stesso. Il quale la può usare per scrivere note, salvare link, caricare documenti o inviare anche note vocali. Insomma, come un’app di appunti e promemoria. Una volta abilitata la funzione, l’utente potrà anche “fissare” la chat in alto, proprio come avviene con qualsiasi altra conversazione. In questo modo avrà la possibilità di accedere alle proprie note private trovandole sempre a portata di mano.

La rivoluzione di Musk

Sul fronte del nuovo Twitter di Elon Musk, invece, il mondo social si muove in un’altra direzione. La nuova proprietà sta pianificando di espandere il limite di caratteri di Twitter dagli attuali 280 fino a 1.000. La cosa era nell’aria, fra le molte novità che la gestione Musk sta facendo ‘annusare’ al pubblico degli utenti social. Twitter non ha fatto un annuncio diretto ma, come di consueto, lo stesso Musk ha risposto sul social alla domanda di un utente in merito alla questione dell’allungamento del testo dei tweet.

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La sede centrale di Twitter a San Francisco, California. Foto Ansa/John G. Mabanglo

Del resto già alcuni giorni dopo aver acquisito Twitter per 44 miliardi di dollari, lo scorso ottobre, Elon Musk aveva dichiarato di essere disponibile a consentire agli utenti di pubblicare tweet e video più lunghi. Nel caso specifico, in risposta alla domanda di un utente social sull’estensione del limite dei caratteri in ogni tweet portandoli a 1.000, Musk ha risposto chiaramente. “È nella lista delle cose da fare” ha scritto. Precedentemente il neo proprietario della piattaforma aveva scritto “buona idea” a un utente che ha suggerito al social di fissare il limite di caratteri sui tweet a 420, invece di 280.

La spunta social di Twitter

Twitter è nato come ‘social che cinguetta’: dunque con appena 140 caratteri per ciascun post. Poi passati a 280 nel 2017. Il limite dei caratteri sui tweet ha sempre generato dibattiti tra gli utenti, divisi tra chi li vuole più asciutti e chi vorrebbe più spazio per scrivere. Da quando ha comprato il social, Musk ha ventilato diverse modifiche. La più consistente è il lancio di Twitter Blue, un servizio in abbonamento, che addebita agli utenti 8 dollari al mese per la spunta blu, la possibilità di pubblicare video più lunghi, vedere meno annunci e avere la priorità con i post. Dovrebbero arrivare anche la spunta oro e grigio per aziende e istituzioni. Una mossa per diversificare i ricavi della società che al momento si basano prevalentemente sulla pubblicità. E sono complessivamente in calo rispetto al passato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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