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Rigassificatori, Pichetto Fratin: “A Piombino, Ravenna e in altri 3 o 4 posti”

Il ministro dell'Ambiente boccia il price cap al gas Ue: "Così non va, servono correttivi"

Torna di stretta attualità il nodo rigassificatori per l’Italia. Il nostro paese ha urgente bisogno di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, annuncia la necessità di costruire in mare o su terra svariate nuove strutture per rigassificare il gas liquido importato. 

Probabilmente i due nuovi rigassificatori galleggianti di Piombino (Livorno, ndr.) e Ravenna non basteranno” dice Pichetto Fratin a Repubblica. “Dovremo dotarci anche di altri tre o quattro rigassificatori fissi, a terra o in mare. E utilizzare le navi rigassificatrici per le emergenze.” Per far questo, argomenta il successore di Roberto Cingolani, “dovremo anche raddoppiare il gasdotto che va da sud a nord, la cosiddetta dorsale adriatica“.

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

A oggi la dorsale adriatica che trasporta il gas naturale lungo tutta la nostra penisola, “è satura“. Trasporta, precisa il ministro, 125 milioni di metri cubi di gas al giorno. E, appunto, occorre incrementare del doppio la sua capacità di portata. Il che non impedisce “di fare i rigassificatori di Gioia Tauro (Reggio Calabria, ndr.) e Porto Empedocle (Agrigento, ndr.) dove sono già previsti. O anche di aumentare il flusso di gas in arrivo dal TAP“.

Cosa è il TAP

Pichetto Fratin fa cenno, oltre che ai rigassificatori, al TAPTrans Adriatic Pipeline – che è parte del cosiddetto Corridoio Meridionale del Gas. Trasporta in Europa il gas naturale del giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan, nell’Asia  caucasica. Collegandosi con il Trans Anatolian Pipeline (TANAP) alla frontiera greco-turca, il TAP attraversa il nord della Grecia, l’Albania e il Mare Adriatico prima di approdare in Puglia a Melendugno (Lecce).  Lì termina il suo percorso connettendosi alla rete di distribuzione italiana del gas.

Una nave di gnl (gas naturale liquefatto) al rigassificatore di Rovigo. Foto Ansa

Rigassificatori e price cap

Complementare al tema dei rigassificatori e di un eventuale aumento del flusso di gas verso l’Italia attraverso il TAP, c’è poi il tema del tetto al prezzo del gas importato, per frenare speculazioni e crescita indiscriminata del valore di una materia prima sempre più cara. Il ministro dell’Ambiente fa sapere di aver partecipato a “una riunione tra i paesi critici” sulla proposta della Commissione europea di un price cap tra i 27.

C’è la condivisione di non aderire” al piano presentato dalla Commissione, in sostanza. Ma non perché l’Italia non lo voglia. Semmai perché lo vorrebbe più stringente. “Il tetto c’è, ma è molto alto – spiega a Repubblica Pichetto Fratin – è 275 euro a megawattora. Al punto che potrebbe trasformarsi in uno stimolo alla speculazione, in una spinta verso l’alto del prezzo, anziché rappresentarne un freno. E poi non ci convincono le modalità di applicazione. Dalle prime simulazioni, con un simile meccanismo il tetto non scatterebbe nemmeno se il prezzo esplodesse come è successo l’estate scorsa“.

Il Terminale di Ricezione del gasdotto Tap a Melendugno (Lecce). Foto Ansa/Tap Ag

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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