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Attentato in Turchia, arrestata una donna. Ankara accusa: “Sono i curdi del PKK”

A Istanbul, così come nel resto del paese, non c'erano più stati attacchi dalla fine del 2016

Turchia sotto shock dopo l’attentato a Istanbul sulla via dello shopping Istiklal Caddesi. La persona che domenica 13 novembre avrebbe piazzato la bomba nel centro della metropoli sul Bosforo, uccidendo 6 persone, è stata arrestata. Lo sostiene il ministro dell’Interno Soumeylan Soylu.

A un certo punto si era fatta strada che si fosse trattato di un attentato kamikaze. Ma la Turchia parla ora di attacco non suicida. E di una donna tratta in arresto. Lo stesso presidente Recep Tayip Erdogan, così come il suo vicepresidente, Fuat Oktay, avevano precedentemente indicato in una “donna” la responsabile dell’esplosione che ha provocato 6 morti e almeno 81 feriti. Il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu ha accusato il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK).

Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu depone fiori nell’area dell’attentato del 13 novembre a Istanbul. Foto Ansa/Epa Erdem Sahin

Secondo i risultati delle nostre indagini, l’organizzazione terroristica del PKK ne è responsabile“, ha detto Soylu. Il titolare degli Interni ha poi annunciato l’arresto di una persona sospetta, una donna, appunto, accusata di aver piazzato la bomba. Le 6 persone che hanno perso la vita sono tutti cittadini della Turchia. Fra le vittime ci sono anche coppie di genitori e figli. Su 81 feriti, i medici ne hanno dimessi 50 dagli ospedali. Altri 31 si trovano in ospedale e due sono gravi.

La Turchia accusa i curdi

Per Ankara a ordinare l’attacco sono stati il gruppo armato curdo PKK e lo Ypg, una formazione armata curdo-siriana. Negli anni scorsi lo Ypg ha ricevuto l’appoggio degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali affinché combattesse l’Isis, il sedicente Stato Islamico. Molto, però, resta da chiarire. A partire dalla dinamica dei fatti. Domenica 13 novembre, verso le 16:20 ora locale (le 14:20 in Italia), la donna poi tratta in arresto avrebbe appoggiato a terra una borsa carica di esplosivo. “Ci sono due possibilità” ha dichiarato il ministro della Giustizia turco Bekir Bozdag. “O la borsa aveva un meccanismo all’interno per esplodere autonomamente oppure qualcuno l’ha fatta esplodere con un comando a distanza: l’inchiesta segue entrambe le ipotesi“.

Il punto dove sarebbe esplosa la bomba, in un fermo immagine tratto da un video. Foto Twitter @solcugazete

Quella donna è stata seduta su una panchina per 40 minuti e poi si è alzata: l’esplosione è arrivata uno o due minuti dopo“, ha riferito ancora Bozdag, riferendosi alla persona anche la polizia ha arrestato. Ai media della Turchia le autorità hanno imposto un divieto, “per motivi di sicurezza“, di diffondere informazioni relative all’attentato. L’uso dei social media, e in generale di Internet, risulta ancora limitato o rallentato. L’attacco comunque ha colpito un’arteria pedonale di Istanbul, affollata quasi 24 ore su 24 da turisti e passanti. Lì hanno sede non solo i negozi più alla moda ma anche vari consolati, tra cui quelli russo, olandese e svedese. Nelle vicinanze si trovano anche il consolato d’Italia e quello della Gran Bretagna.

Gli attentati negli ultimi anni

Per il momento non ci sono state rivendicazioni dell’attentato di Istanbul. Dopo anni di relativa calma, la strage del 13 novembre riporta alla mente la stagione terroristica che colpì la Turchia, provocando la morte di centinaia di persone, tra il 2015 e il 2016. In quell’arco di tempo ci fu anche un tentato colpo di Stato, poi sventato, per destituire Erdogan. Anche all’epoca Istiklal Caddesi – lo stesso luogo dell’attacco del 13 novembre – fu teatro di una delle stragi.

La Istiklal Caddesi, nella parte europea del centro di Istanbul, in Turchia, dove è avvenuto l’attentato. Foto Ansa/Epa Erdem Sahin

Attacchi rivendicati o attribuiti all’Isis e a gruppi vicini ai curdi del PKK si susseguirono fino alla fine del 2016. Il 31 dicembre di quell’anno un attentatore, identificato successivamente come un membro dell’Isis, sparò sulla folla durante una festa di Capodanno in un locale sul Bosforo uccidendo 38 persone. Da allora, non c’erano più stati attentati in Turchia. Ankara ha in questi anni incarcerato centinaia di esponenti dell’Isis all’interno del paese e continua a farlo. Per quanto riguarda i curdi, invece, nei mesi scorsi la Turchia ha ostacolato l’adesione alla NATO di Svezia e Finlandia accusando quei paesi di ospitare “terroristi curdi.”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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