Cop27, Onu e Ue lanciano l’allarme clima: “Siamo su un’autostrada verso l’inferno”
Alla Conferenza delle Parti in Egitto si fa sempre più unanime l'appello ad agire subito e in maniera efficiente
All’apertura del vertice in occasione della Cop27, Onu e Unione Europea sembrano unite da un unico appello. L’allarme per la crisi climatica si fa sempre più incombente e se il Segretario Generale delle Nazioni Unite definisce la situazione critica attuale una “Autostrada verso l’inferno climatico“, non sono meno allarmanti le parole del Presidente del Consiglio Ue che parla di una “pistola climatica” puntata “alle nostre tempie“.
Non si nascondono dietro falsi miti i rappresentanti delle Nazione Unite e dell’Unione Europea. Intervenuti al vertice nel corso della Cop27 in Egitto, sia Antonio Guterres che Charles Michel hanno definito con termini forti l’attuale condizione climatica.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha esordito descrivendo una situazione oltre i limiti. “Siamo su un’autostrada verso l’inferno. Ma c’è una buona notizia“, avrebbe asserito Guterres. A questa affermazione fa eco quella del Presidente del Consiglio Ue che avrebbe dichiarato: “C’è una pistola climatica puntata sulle nostre tempie“.
L’appello dell’Onu alla Cop27
Si tratta, senza dubbio, di affermazioni forti, pronunciate con l’intento di smuovere gli animi dei leader mondiali e spingerli ad agire in maniera concreta e repentina rispetto alla crisi climatica. Il discorso di Antonio Guterres, in occasione dell’apertura della Cop27, lancia un importante allarme ma informa che esistono degli strumenti per intervenire. “Siamo su un’autostrada verso l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore” avrebbe ammesso il Segretario Generale dell’Onu, rivelando che, per intervenire, è necessaria la volontà politica. L’intento della Conferenza delle Parti sul Clima, infatti, è proprio quello di ascoltare i 130 Capi di Stato e di Governo che sono arrivati a Sharm-El-Sheikh, sopratutto, per proporre soluzioni in merito alla lotta all’emergenza climatica.
E la Cop27 è anche l’occasione per sentire la voce dei paesi che meno hanno contribuito alla crisi, ma che più ne pagano le conseguenze. Tra queste, la voce della premier delle Barbados, Mia Mottley, che lo scorso anno aveva definito una “condanna a morte” per il suo paese l’aumento della temperatura media globale al disopra dei 2 gradi, rispetto ai livelli pre-industriali. E che in questa occasione ha ricordato come il Sud del mondo resti ancora “alla mercé del Nord“. Anche Antonio Guterres, ‘voce’ dell’Onu, ha sottolineato come il mondo dia “segnali di sofferenza” e quanto i paesi più vulnerabili abbiano bisogno di supporti concreti.
Gli effetti della guerra in Ucraina
All’appello si unisce anche il Presidente del Consiglio Ue. Charles Michel, in occasione del suo intervento alla Cop27 di Sharm-El-Sheikh, avrebbe puntato ancora i riflettori sul fatto che la crisi climatica sta coinvolgendo tutto il Pianeta. Gli effetti devastanti si vedono ormai in diversi angoli del globo e il Presidente del Consiglio Ue, come riporta anche Ansa, ha sottolineato come il conflitto nel Nord-Est Europa abbia aggravato una crisi già in atto. “Abbiamo i minuti contati e la guerra della Russia contro l’Ucraina ha reso la sfida globale ancora più complessa“.
“Il Cremlino ha deciso di fare dell’energia un’arma di destabilizzazione su ampia scala – dichiara ancora Charles Michel – puntando le sue armi direttamente sull’Europa e sui mercati mondiali dell’energia. Non ci sono dubbi. Questa crisi rafforza ancora di più la determinazione dell’Unione europea. Siamo e resteremo campioni dell’azione per il clima“. Appelli, dunque, sia da parte dell’Onu che dell’Unione Europea, che lanciano importanti segnali allarmanti, ma che possono ancora dirigersi verso un cambiamento di rotta. Ma ciò che emerso, già dai primi interventi, è la necessità di azioni concrete e globali.