Una diva e una donna straordinaria. È ciò che traspare in Virna Lisi. La donna che rinunciò a Hollywood, il film documentario omaggio all’interprete. In occasione di quello che sarebbe stato l’86esimo compleanno della diva nostrana, su Sky Arte arriva il lungometraggio incentrato su di lei.
Scritto e diretto da Fabrizio Corallo, Virna Lisi. La donna che rinunciò a Hollywood celebra la grande attrice italiana. In onda su Sky Arte martedì 8 novembre alle 21.15, disponibile anche in streaming su NOW e on demand, è un ritratto emozionante di una delle interpreti più amate e popolari di sempre della storia del nostro cinema. Grazie al suo fascino e alla personalità, ha attraversato sessant’anni di spettacolo, con uno stile non imitabile.
Il lungometraggio si pone come un viaggio sentimentale nella vita e nella carriera di Virna Lisi che ci trasporta lungo l’arco di tutta una carriera, iniziata per caso e da giovanissima, appena quattordicenne, presto esplosa con un crescente successo di pubblico grazie a un cinema popolare, e confermata con i grandi autori: Maselli, Steno, Germi, Monicelli, Mattoli, Cavani, Corbucci, Fulci, Lattuada, Dino Risi, Luigi Comencini, Amelio, Vanzina, Cristina Comencini… Registi che hanno sempre trovato in Virna Lisi il segno di un fascino e più ancora di una qualità interpretativa che univa arte e familiarità con gli spettatori.
Virna Lisi è riuscita, recitando costantemente con impegno e professionalità esemplari, a passare dal cinema di intrattenimento a quello d’autore, dal teatro a una fortunatissima frequentazione con lo sceneggiato e la serialità televisiva. Un’arte e una carriera che sono raccontate attraverso le immagini di grandi film, straordinari materiali d’archivio (molti provenienti dall’archivio di Luce Cinecittà e da inediti archivi di famiglia) e testimonianze di quanti l’hanno avuta a fianco: tra gli altri Liliana Cavani, Enrico Vanzina, Pupi Avati, Cristina Comencini, Margherita Buy, Jerry Calà, Massimo Ghini, Enrico Lucherini.
L’altra ‘scoperta’ del film è la parentesi hollywoodiana, quando negli Anni ’60 venne chiamata a Los Angeles a ricoprire le vesti di nuova Marilyn(a tanto era arrivata la sua fama, anche internazionale) e la rinuncia al contratto di sette anni con una major americana dopo tre film e un inizio folgorante per sfuggire a regole ferree che sentiva troppo impegnative e per tornare stabilmente con il marito Franco Pesci e con il figlio Corrado.
Nel ritratto di una donna vera, schietta, legata a valori non barattabili l’immagine luminosa di una delle ultime dive del cinema si focalizza sulle doti di un’attrice speciale che ha accettato spesso e volentieri di “imbruttirsi” (come nell’emblematico caso de La regina Margot di Patrice Chereau, che le valse il premio per la migliore attrice a Cannes nel 1994) e ha cercato sempre la qualità in una professione affrontata con costante passione e accolta sempre dalla critica con attenzione e rispetto e dal pubblico con incondizionata ammirazione.
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