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Reddito cittadinanza, cambia tutto: ecco le nuove regole

La durata non sarà più illimitata e non si potrà più rifiutare una proposta "congrua" di lavoro

Il Reddito di cittadinanza subirà una riforma sostanziale. Ecco che cosa c’è sul tavolo della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

In campagna elettorale il Centrodestra, con diverse sfaccettature, aveva annunciato profonde modifiche al Reddito di cittadinanza, che fu la bandiera dei governi del Movimento Cinque Stelle. E tra chi propone l’abolizione e chi invece un innalzamento ma con nuove caratteristiche, la spunta probabilmente una modifica soft ma immediata. Già al tavolo coi sindacati, che il Governo ha convocato, potrebbero arrivare le nuove linee guida del sussidio.

Foto Twitter @PalermoToday

Al momento i percettori del Reddito di cittadinanza possono avere il sussidio fino a che non trovano un lavoro. Il primo vero intervento potrebbe dunque essere apportato proprio sulla lunghezza del periodo temporale. Non più – in pratica – un sussidio illimitato. Al contrario: con  una durata massima non derogabile.

Reddito, durata di 5 anni

Il ragionamento che si fa nell’esecutivo Meloni è che attualmente la Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego), il sussidio per chi perde il posto di lavoro, dura 18 mesi. Il ‘nuovo’ Reddito di cittadinanza potrebbe aggiungere altri 30 mesi di supporto. In questo modo si porterebbe a un massimo di 5 anni la copertura entro la quale il percettore dovrà trovarsi un posto di lavoro. Negli ultimi 18 mesi del sussidio potrebbe anche essere previsto un calo scaglionato dell’importo mensile.

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Foto Ansa/Giuseppe Lami

La riforma proposta dalla Lega prevede che dopo 18 mesi il percettore del Reddito di cittadinanza che ancora non ha trovato lavoro non riceva più il sussidio ed entri invece in un un percorso di politiche attive del lavoro. Non è ancora chiaro, però, a questo proposito, il futuro dei navigator. Tornando al cittadino che percepisce il Reddito, in pratica dovrà frequentare corsi di formazione che siano adatti al suo profilo e che lo ‘spingano’ verso le richieste da parte delle aziende.

Stop se non si accetta il lavoro

Durante questi 6 mesi – tanto dovrebbe durare il percorso – il Fondo sociale europeo andrebbe a sostenere economicamente la persona coinvolta. Se dopo la formazione non riuscirà ancora a entrare nel mondo del lavoro, il percettore sarà sospeso per 6 mesi al termine dei quali potrà richiedere il Reddito di cittadinanza che lo coprirà per 12 mesi ma con una decurtazione del 25%. Passato questo periodo, nei quali si prevedono ulteriori corsi di formazione, subirà una nuova sospensione di 6 mesi al termine dei quali potrà richiedere – per l’ultima volta – il Reddito di cittadinanza che lo sosterrà per 6 mesi con una nuova decurtazione del 25%.

Ma le nuove regole del Governo Meloni andranno a inasprire anche la possibilità di rifiutare il lavoro di volta in volta proposto al percettore del Reddito. Se non si accetta anche solo una proposta congrua di occupazione, il sussidio è subito eliminato. Tutto, dunque, sembra cambiare in maniera notevole. Restano da capire le reazioni della società. Non ultima la Chiesa cattolica italiana, che per bocca del presidente dei vescovi, il cardinale Zuppi, ha fatto sentire la sua voce lo scorso ottobre, chiedendo che il Reddito di cittadinanza sia migliorato ma anche ampliato e non ridotto.

Foto Ansa

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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