Come sempre, in occasione della preghiera dell’Angelus domenicale, anche il 30 ottobre Papa Francesco fa scaturire la sua riflessione dal Vangelo odierno. In questo caso, il Pontefice si sofferma sullo sguardo di Gesù che rappresenta il motore della fede.

Il Signore non guarda mai dall’alto, ma, proprio come con il pubblicano Zaccheo, pone il suo sguardo dal basso, per restituire dignità. Questo il significato contenuto nel Vangelo del 30 ottobre, dal quale Papa Francesco fa scaturire la sua riflessione che precede la preghiera dell’Angelus.

@Credits Ansa

Dio non ci guarda mai dall’alto e come ricorda il Pontefice “si è abbassato fino a lavarci i piedi“. Ma soprattutto il messaggio contenuto nella Liturgia di quest’oggi, vuole sottolineare come il Signore non si volta mai indietro a guardare i peccati che hanno caratterizzato la vita di ciascuno, ma è piuttosto disposto a risollevare, sempre.

La riflessione prima dell’Angelus

Il Vangelo della Liturgia di questa 31esima domenica del tempo ordinario narra l’incontro tra Gesù e Zaccheo, capo dei pubblicani della città di Gerico. Quest’uomo, che in passato aveva frodato diverse persone, è desideroso di vedere Gesù, ma essendo troppo basso, sale su un albero per vederlo. L’immagine che segue, come spiega Papa Francesco, racchiude tutto il significato della fede. Il Signore, infatti, si ferma sotto Zaccheo, lo guarda dal basso e gli dice che in quel giorno sarà a mangiare a casa sua. Il Pontefice sottolinea, dunque, come Dio non guardi mai dall’alto, anche se si è protagonisti d un passato pieno di errori e peccati. Egli guarda “chi è perduto con compassione” e allo stesso modo deve essere lo sguardo dei Cristiani.

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Lo sguardo della Chiesa non può essere “uno sguardo dall’alto, che giudica, disprezza ed esclude“. Sguardo che, spesso, si rivolge anche a sé stessi, quando: “ci sentiamo inadeguati e ci rassegniamo, e non cerchiamo invece l’incontro con Gesù che guarda con infinita fiducia a ciò che possiamo diventare“. Questo il centro della riflessione di Papa Francesco in Piazza San Pietro, prima di recitare l’Angelus. Come vuole evidenziare il Santo Padre, il Vangelo odierno restituisce un valore particolare allo sguardo e da esso si genera una doppia chiave di lettura che, tuttavia, trova il suo punto di congiunzione nella storia della salvezza.

La storia della salvezza in uno sguardo

Come scrive Luca, Zaccheo era piccolo di statura, ma forse l’evangelista tiene a sottolineare anche la bassezza interiore di questo uomo che, nel riscuotere le tasse, frodava la gente. Quello di Zaccheo è sempre uno sguardo di vergogna, rivolto verso il basso; eppure per vedere Gesù decide di salire su albero. “Ancora non lo conosce, ma aspetta qualcuno che lo liberi della sua condizione, che lo faccia uscire dalla palude in cui si trova. Questo è fondamentale – spiega Papa Francesco nella sua riflessione prima dell’Angelus – Zaccheo ci insegna che, nella vita, non è mai tutto perduto. Sempre possiamo fare spazio al desiderio di ricominciare, di ripartire, di convertirci“. E qui diventa decisivo il secondo sguardo, quello di Gesù. Egli, inviato dal Padre per cercare chi si è perduto, guarda l’uomo peccatore dal basso, dai piedi dell’albero. “È un’immagine molto bella“, commenta il Pontefice.

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Questa è la storia della salvezza: Dio non ci ha guardato dall’alto per umiliarci e giudicarci; al contrario, si è abbassato fino a lavarci i piedi, guardandoci dal basso e restituendoci dignità. Così, l’incrocio di sguardi tra Zaccheo e Gesù sembra riassumere l’intera storia della salvezza: l’umanità con le sue miserie cerca la redenzione, ma anzitutto Dio con misericordia cerca la sua creatura per salvarla“. E qui, il Santo Padre ricorda ancora che Dio non guarda mai al passato, ma ha sempre infinita fiducia nel futuro, in quello che ciascuno è in grado di diventare sempre. E questo accade ogni volta che non ci si sente all’altezza delle situazioni, delle sfide della vita, dei problemi. “Gesù ci guarda sempre con amore: come con Zaccheo ci viene incontro, ci chiama per nome e, se lo accogliamo, viene a casa nostra“. E chiedendo ai Cristiani di guardare sempre con lo sguardo di Gesù, il Papa conclude: “Ricordiamoci che è lecito guardare una persona dall’alto in basso soltanto per aiutarla a sollevarsi: niente di più“.