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L’Ucraina contro la Lega: “Il capo dei senatori vuole compiacere Putin”

Da Kiev critiche al capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo. E Zakahrova attacca Meloni: "Le piace la NATO ma comandano gli Usa"

Sulla guerra in Ucraina l’atteggiamento di parte della maggioranza parlamentare che sostiene il Governo Meloni fa infuriare Kiev. Ma anche da Mosca arrivano strali, direttamente sulla premier. 

L’esecutivo di destra-centro è entrato nel pieno delle sue funzioni da 3 giorni, ha ricevuto la fiducia parlamentare da poche ore e il tema scottante della guerra comincia a creare tensione. Da Kiev, oggi 27 ottobre, è arrivata una dichiarazione del portavoce del ministero degli affari Esteri dell’Ucraina, Oleg Nikolenko. Il quale ha inteso replicare alla “dichiarazione del senatore italianoMassimiliano Romeocapogruppo della Lega in Senato – la quale “riflette la sua opinione personale.

Foto Ansa/Twitter Matteo Salvini

Il premier Giorgia Meloni ha articolato chiaramente la posizione dell’Italia” ha continuato Nikolenko. Per lui Meloni ha sottolineato “la necessità di continuare a sostenere l’Ucraina sullo sfondo dell’aggressione russa e il diritto indiscutibile degli ucraini di determinare il proprio futuro.” Poi la bordata: “In quasi tutti i Paesi ci saranno politici che cercheranno di compiacere Putin“. Le dichiarazioni polemiche del portavoce del ministero degli Esteri dell’Ucraina sono giunte come risposta a una domanda dell’agenzia di stampa Unian. Il cronista aveva chiesto una replica alle affermazioni del capogruppo leghista al Senato.

Che cosa ha detto Romeo sull’Ucraina

Ma cosa ha detto Massimiliano Romeo nel corso del dibattito sul voto di fiducia all’esecutivo Meloni martedì 26 ottobre? “L’Italia è nella NATO e la collocazione atlantica non è mai stata messa in discussionele parole di Romeo nel suo intervento a Palazzo Madama davanti ai ministri e alla premier. “Ma cercate di impostare anche un discorso di negoziati di pace” ha affermato, rivolgendosi ai banchi del Governo. “Certo che la pace non si ottiene con un convegno, ma visto che gli stessi Usa si stanno rendendo conto che è una strada che è possibile seguire… Si fa fatica a sentire che decideranno gli ucraini. Certo, va rispettata la loro volontà, ma meglio dire che decide la comunità internazionale nell’interesse dell’Ucraina. Diciamo che questa strada deve essere percorsa nella tradizione che vede l’Italia capace di diplomazia e di condizionare lo scenario geopolitico internazionale.”

Giorgia Meloni fra i ministri Piantedosi (d) e Tajani (s). Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Ucraina, cosa ha detto Meloni

Dichiarazioni di questo tenore non potevano sfuggire alle attenzioni del Governo dell’Ucraina, anche perché seguivano quelle della premier Giorgia Meloni nel suo discorso programmatico alla Camera del 25 ottobre. Sulla guerra, la pace, la Russia e l’Ucraina la presidente del Consiglio ha avuto parole che non combaciano quelle del capogruppo leghista in Senato. E nella replica al dibattito del 26 ottobre in Senato, Meloni ha dichiarato: “Spero e lavoro per giungere a una pace giusta. Ma dobbiamo capirci su come ci si arriva. Non si fa sventolando bandiere arcobaleno nelle piazze. In Ucraina è guerra di aggressione che non possiamo accettare. Chi come me crede nella legittima difesa… Non credo che ci convenga un mondo in cui chi ha più forza militare invade un vicino“.

Gli ucraini si sono difesi, è stato più forte del resto. L’unica possibilità di favorire un negoziato è che ci sia un equilibrio tra le forze in campo. La pace si ottiene sostenendo l’Ucraina, consentendogli di difendersi, è la geopolitica.” Sul tema dell’invio di armi all’Ucraina Meloni ha aggiunto: “Se l’Italia si girasse dall’altra parte il resto dell’Occidente continuerebbe a mandare le armi. La sola Gran Bretagna manda più armi di tutto l’Occidente. Cambierebbe quindi non l’esito della guerra, ma la nostra credibilità.”

Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Foto Ansa/Epa Stephanie Lecocq

Colloquio col capo della NATO

Giorgia Meloni ha avuto oggi 27 ottobre una telefonata col segretario della NATO, Jens Stoltenberg. “Ottima telefonata con la premier Giorgia Meloni. L’Italia è un alleato impegnato, che fornisce un solido contributo alla nostra deterrenza e difesa. Ed è fondamentale per il sostegno degli alleati all’Ucraina” ha dichiarato il capo dell’Alleanza atlantica. Nel corso della telefonata, la premier italiana ha ribadito l’adesione all’Alleanza atlantica, “indispensabile per difendere la sicurezza e i valori comuni che caratterizzano l’identità occidentale.Palazzo Chigi ha fatto sapere che Meloni ha riaffermato il pieno sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa e l’importanza, nell’ottica di un approccio globale, di rafforzare l’impegno della NATO nel contrasto alle minacce di diversa natura provenienti da tutte le direzioni strategiche, incluse le sfide del Sud.

La Russia contro Meloni

Al colloquio, che ha toccato anche il tema della guerra russa in Ucraina, ha reagito il Cremlino, per bocca della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Non capisco cosa voglia dire Giorgia Meloni quando dice che l’Italia continuerà a seguire una linea filo-atlantista” ha detto rispondendo a una domanda dell’Ansa. “In realtà la NATO non prende in considerazione le posizioni dei singoli Paesi membri, la linea è decisa dagli Stati Uniti.” Zakharova ha poi aggiunto che “nella NATO e nella Ue è cominciata una nuova era, l’era della dittatura” americana.

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. Foto Ansa/Epa Maxim Shipenkov

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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