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Nuovo Parlamento, prime leggi: “Alzare il tetto del contante a 10mila euro”

Oggi il tetto è a 2mila euro. Nella Ue non ci sono regole fisse: si va dai 500 euro in Grecia a paesi che non ce l'hanno

Alzare il ‘tetto’ dei pagamenti e/o prelievi di denaro contante dagli attuali 2.000 euro alla volta a 10.000 euro alla volta. Nel giorno del voto di fiducia al Governo Meloni in Senato, la Lega fa sapere in una nota di aver depositato un progetto di legge che potrebbe concretizzarsi anche nell’ambito della legge di bilancio, entro fine anno. 

La prima firma è quella di Alberto Bagnai. Alzare il tetto di spesa in denaro contante è una “proposta di buon senso della Lega, in linea col programma del Centrodestra e con altri paesi europei. Meno burocrazia, più libertà“, ha affermato il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini su Facebook. Gli ha fatto eco il senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari, molto vicino a Giorgia Meloni.

L’aumento al tetto del contante è da sempre nel programma di Fratelli d’Italia” ha dichiarato fuori da Palazzo Madama. “Lo è anche nel programma del Centrodestra. Lo faremo già nella prima legge di bilancio. Non ha nessun collegamento con la lotta all’evasione. C’è una tregua fiscale come è previsto nel programma. Chi ha pagato le tasse nei tempi e nei modi pagherà sempre meno di chi non lo ha fatto.” Oggi, in Italia, la soglia della spesa in contante è di 2.000 euro, per effetto di un emendamento al decreto Milleproroghe presentato dal Centrodestra, che aveva votato contro il tetto a 1.000 euro scattato a gennaio 2022.

La proposta della Lega, se realizzata, determinerebbe un netto cambiamento della situazione. Secondo il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del PD al Senato, l’iniziativa di un ulteriore rialzo del tetto al contante “renderebbe più difficile controllare i flussi di denaro. E favorirebbe, oltre all’evasione, il riciclaggio del denaro“. “È una proposta che non condividiamo in alcun modo, è in totale controtendenza con quanto deciso in questi anni in Italia e in gran parte dei paesi europei per ridurre progressivamente l’uso del contante e spingere la tracciabilità dei pagamenti e la lotta all’economia sommersa.

Alberto Bagnai, deputato della Lega. Foto Ansa/Angelo Carconi

Il dilemma del cash

Da parte sua il responsabile economico dei dem, Antonio Misiani, sostiene che “Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche ha citato la lotta all’evasione fiscale tra gli obiettivi del nuovo governo. Se il buongiorno si vede dal mattino, e da proposte come quella della Lega sul contante, l’Italia rischia di andare in una direzione esattamente opposta“. Una critica al progetto di legge della Lega arriva anche da Italia Viva. “È uno slogan in perfetto stile Lega” ha detto il il responsabile economico, Luigi Marattin. “Se si guardano gli ultimi dati di Bankitalia, la transizione verso i pagamenti digitali è già in corso, non c’è bisogno di diminuire né di aumentare la soglia del contante. Non serve fare caos. Anche perché i limiti sono purtroppo già ora aggirabili.”

Cosa dice la Ue sul contante

Il contante deve essere disponibile“. Sui massimali nel contesto dell’anti-riciclaggioavevamo proposto dei tetti a livello Ue ma non ci sono accordi per ora, tocca agli Stati membri decidere. I tetti variano molto, si va dai 500 euro della Grecia a Paesi che non ce l’hanno. Come Commissione, preferiremmo dei massimali più bassi possibile“. Lo ha detto il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis rispondendo, in conferenza stampa, ad una domanda sulla proposta della Lega. “La proposta iniziale Ue era 10mila euro, ma ci sono opinioni diverse“; ha aggiunto Mairead McGuinnes, commissaria ai Servizi Finanziari.

Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Foto Ansa/Epa Julien Warnand

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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