Proseguono senza sosta, in Iran, le proteste a quasi un mese dalla morte della 22enne Mahsa Amini. Nel mirino della repressione poliziesca sono soprattutto donne, studenti e giovani.   

Secondo il quotidiano inglese The Guardian, la polizia agli ordini del teocrazia dittatoriale islamica avrebbe compiuto una retata fra giovani studenti di una scuola in Iran. In base a testimonianze citate dal giornale, le forze di sicurezza, giunte con dei furgoni senza targa, avrebbero arrestato gli studenti portandoli via. Le autorità hanno inoltre chiuso tutte le scuole e gli istituti di istruzione superiore nel Kurdistan iraniano, la regione di cui era originaria Mahsa Amini. Sarebbero invece stati uccisi due membri delle forze di sicurezza, secondo quanto riportano i media statali.

Foto Ansa

La protesta irrompe in Tv

Tutti fatti che avvengono mentre le proteste contro il regime dopo la morte di Mahsa Amini – la ragazza deceduta mentre era in custodia dopo che la polizia morale iraniana l’aveva arrestata perché “indossava male il velo – entrano nella quarta settimana. E proseguono con forza, anche sul piano cibernetico. Il 9 ottobre un gruppo di pirati informatici che sostiene le proteste in Iran è riuscito ad hackerare un canale televisivo statale. E ha trasmesso un’immagine della Guida Suprema della repubblica islamica – l’ayatollah Ali Khamenei – circondata dalle fiamme, nel bel mezzo di un telegiornale.

Il sangue dei nostri giovani sgocciola dalle vostre dita“, recitava un messaggio apparso sullo schermo durante il Tg della Tv di Stato dell’Iran. Il messaggio era accompagnato da una foto manipolata di Khamenei con il suo corpo circondato dalle fiamme e la sua testa in un mirino. “È tempo di mettere via i vostri mobili (…) e trovare un altro posto per la vostra famiglia fuori dall’Iran”, recitava un altro messaggio che accompagnava la foto. A rivendicare l’attacco informatico, durato pochi secondi, è stato un gruppo che si fa chiamare Edalat-e Ali (La Giustizia di Ali) e che sostiene il movimento di protesta in corso (messo in atto in primo luogo dalle donne.)

Parigi, proteste contro l’Iran dopo la morte di Mahsa Amini. Foto Ansa/Epa Christophe Petit Tesson

Iran, la rabbia più forte dal 2019

Si tratta del maggiore movimento di protesta in Iran dopo quello contro l’aumento del prezzo della benzina nel 2019. Diversi mass media in lingua persiana con sede all’estero hanno condiviso un video che mostra l’attacco informatico. Alla fine del video, si vede il conduttore del telegiornale assumere un’espressione tesa, con gli occhi fissi sulla telecamera. In Iran, l’agenzia di stampa Tasnim ha confermato che la televisione di Stato è stata “piratata per qualche istante da agenti anti-rivoluzionari“. I fatti accadono nei giorni in cui l’Italia cerca di riportare a casa la travel blogger romana Alessia Piperno. La giovane, 30 anni, è prigioniera della polizia iraniana per ragioni ignote e, probabilmente, del tutto arbitrarie. Nei giorni scorsi il disperato appello del padre: “Aiutateci a salvarla“.

Una delle proteste di questi giorni a Teheran. Foto Ansa