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Mattarella celebra San Francesco, uomo di pace: “Non arrendiamoci alla guerra”

Il Presidente ad Assisi nel giorno della festa del patrono d'Italia

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha presenziato ad Assisi alle celebrazioni nel giorno del San Francesco, patrono d’Italia per la tradizione cattolica. Dal capo dello Stato un appello alla ricerca della pace “senza arrendersi alla logica della guerra“.

Sono trascorsi 800 anni dall’incontro tra Francesco d’Assisi e Malek al-Kamel (sultano di Egitto e Siria presso il quale Francesco si recò per fare appello alla pace nella guerra fra musulmani e crociati, ndr.). Ed è la sincera volontà di dialogo ciò cui sono chiamati anzitutto i paesi e le istituzioni, per garantire futuro all’umanità” ha detto Sergio Mattarella martedì 4 ottobre. “La pace è un diritto iscritto delle coscienze e rappresenta l’aspirazione più profonda di ogni persona, appena alza lo sguardo oltre il proprio presente“.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di accensione della Lampada di San Francesco ad Assisi il 4 ottobre 2022. Foto Ansa/Quirinale Paolo Giandotti

Non ci arrendiamo alla logica di guerra” ha aggiunto il Presidente della Repubblica, con implicito riferimento anche al conflitto in Ucraina. La guerraconsuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. La guerra sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E allora il dialogo. Per interrompere questa spirale“, ha detto Mattarella.

Mattarella e il concetto di pace

La pace – ha proseguito Mattarella – non è soltanto assenza di combattimenti bensì, ci ricorda San Francesco, è connaturata all’armonia con il Creato. Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle generazioni future, ci si allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire. È la grande urgenza della nostra epoca. E non abbiamo altro tempo oltre questo. È un compito che riguarda tutti noi, nessuno è irrilevante. È un compito da svolgere insieme“. Mattarella ha poi parlato della pandemia di Covid. Un flagello che “non è definitivamente sconfitto, anche se l’azione dei vaccini e la risposta responsabile degli italiani ne hanno frenato l’espansione. E ne hanno ridotto grandemente la pericolosità, oltre a salvare la vita a decine di migliaia di persone. Occorrerà ancora intelligenza collettiva e responsabilità“.

Il cardinale di Bologna, presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi. Foto Ansa/Mourad Balti Touati

Zuppi e la pandemia di Covid

Su guerra, pandemia e sui flagelli dell’umanità è intervenuto ad Assisi, oltre a Sergio Mattarella, anche il cardinale di Bologna, Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). “Se ne esce solo insieme!” ha affermato Zuppi. “Le difficoltà non sono affatto finite. Lo vediamo drammaticamente nel mondo e nel nostro Paese. Affidiamo l’Italia all’intercessione del nostro Patrono. Sostenga, in un momento così decisivo, l’amore politico e di servizio alla casa comune, perché nella necessaria diversità tutti concorrano all’interesse nazionale, indispensabile per rafforzare le istituzioni senza le quali nessun piano può essere realizzato e per affrontare delle spine così grandi“. “Il nostro Patrono, uomo universale, aiuti l’Europa a essere all’altezza della tradizione che l’ha creata” ha aggiunto il cardinale Zuppi. “E aiuti il mondo intero a non rassegnarsi di fronte alla guerra. Lui, amico di tutti, ci aiuti a sconfiggere ogni logica speculativa, piccola o grande, anonima e disumana“.

Sergio Mattarella al suo arrivo ad Assisi il 4 ottobre 2022. Foto Ansa/Quirinale Paolo Giandotti

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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