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Elezioni, vince Giorgia Meloni: può diventare premier

Fratelli d'Italia al 24%, il PD sotto il 20%. Boom di M5S, rispetto alle attese: al 17%. Lega sotto il 10%, Terzo Polo sotto Forza Italia

In base ai primissimi dati degli exit poll a vincere le elezioni politiche del 25 settembre è Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni. È lei che avrà la possibilità concreta di ricevere dal presidente della Repubblica l’incarico di formare un nuovo Governo di Centrodestra.

La coalizione trainata da FdI, con Lega e Forza Italia nettamente ridimensionate, avrà probabilmente la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato. ll Centrodestra, dunque, avanti nettamente sul Centrosinistra. I sondaggi delle ultime settimane sembrerebbero rispettati. Di fatto l’Italia vira a destra.

AGGIORNAMENTO ORE 00:20 – Secondo la prima proiezione del Consorzio Opinio Italia per la Rai (campione del 5%), al Senato Fratelli d’Italia è il primo partito con il 24,6%. Il PD è al 19,4%, M5S invece al 16,5%. La Lega è all’8,5% mentre Forza Italia si attesta all’8%. Seguono: Azione-Italia Viva 7,3%, Alleanza Verdi e Sinistra 3,5%, +Europa 2,9%, Italexit 2%, Unione Popolare 1,4%, Noi Moderati 1,1%.

Secondo il primo exit poll, Fratelli d’Italia è il primo partito con il 22-26% a traino di una coalizione di Centrodestra che veleggia sopra il 40% (tra il 41% e il 45% per Opinio Rai; tra il 43 e il 47% per Swg La7) verso la maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato. Exit poll Camera, Opinio per Rai: FdI 22-26%, PD 17-21%, M5S 13,5-17,5%, Lega 8,5-12,5%, FI 6-8%, Azione-Iv 6,5-8,5%.  L’alleanza Verdi-Si al 3-5%, +Europa al 2,5-4,5%, Noi Moderati (Maurizio Lupi) a 0,5-2,5%, Impegno civico (Luigi Di Maio) a 0-2%, Italexit (Gianluigi Paragone) a 0,5-2,5%.

Giorgia Meloni. Foto Ansa/Cesare Abbate

Il Centrodestra otterrebbe così il 41-45% (227-257 seggi alla Camera e 111-131 al Senato) contro il 25,5-29,5% del Centrosinistra (78-98 seggi alla Camera, 33-53 al Senato). M5S avrebbe 36-56 seggi alla Camera e 14-34 al Senato. Azione-Italia Viva 15-25 alla Camera e 4-12 al Senato.

Affluenza alle elezioni

Alle ore 23, chiusura delle urne, aveva votato il 64,67% degli aventi diritto, quando i dati sono relativi a 1.457 comuni su 7.904. Lo si rileva dal sito del ministero dell’Interno. Nella precedente tornata elettorale del 2018 alla stessa ora si era recato alle urne il 73,68% degli elettori per la Camera.  Quasi 51 milioni di cittadini sono stati chiamati a scegliere le nuove Camere. Dopo il taglio del numero dei parlamentari saranno eletti 400 deputati e 200 senatori. I 18enni per la prima volta hanno potuto votare per il Senato. In Sicilia si eleggono anche l’Assemblea Regionale ed il presidente della Regione.

Foto Ansa/Jessica Pasqualon

Gli elettori chiamati al voto sono stati 50.869.304, di cui 4.741.790 all’estero. Dei 46.127.514 elettori in Italia il 51,74% sono donne e il restante 48.26% uomini. Del corpo elettorale fanno parte 2.682.094 maggiorenni che per la prima volta, dopo la recente modifica dell’articolo 58 della Costituzione, hanno potuto votare non solo per la Camera dei Deputati, ma anche per eleggere il Senato della Repubblica. Dei giovani elettori le donne sono 1.302.170 e gli uomini 1.379.924.

Regionali in Sicilia

In Sicilia oltre alle elezioni politiche si sono svolte anche quelle per eleggere il nuovo presidente della Regione e i componenti dell’Assemblea Regionale Siciliana, l’ARS. I candidati presidente erano 7 e secondo gli exit poll di Opinio per la Rai, Renato Schifani, della coalizione di destra, è stato nettamente il più votato e dovrebbe vincere. Si prevede prenderà tra il 37% e il 41% dei voti. Lo spoglio delle schede delle regionali si terrà il 26 settembre dopo le 14. Sarà infatti data precedenza allo spoglio delle politiche. Per quanto riguarda la formazione del nuovo Governo in Italia, che sostituirà quello sin qui guidato per un anno e mezzo da Mario Draghi, i prossimi giorni saranno decisivi.

Foto Ansa

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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