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Marche, l’alluvione come uno tsunami

Una bomba d'acqua e lo straripamento del fiume Misa hanno ucciso almeno 9 persone. Bambini dispersi. Centinaia di sfollati. Polemica sul mancato allarme

L’alluvione nelle Marche ha provocato almeno 9 morti, 4 dispersi e circa 50 feriti. Si cercano disperatamente dei bambini. Bombe d’acqua, fiumi straripati, colate di fango: nel cuore della notte hanno quasi distrutto interi paesi sulle colline di Senigallia (Ancona). Messaggio di vicinanza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il premier Draghi sui luoghi del disastro. Monta la polemica sui mancati allarmi.   

Sono 9 al momento, e non 10 come sembrava in un primo momento, le vittime dell’ondata di maltempo che ha colpito la scorsa notte le Marche nel territorio di Senigallia. Il dato è dalla Prefettura di Ancona, che aggiorna così quelli forniti in precedenza. Due delle 9 vittime sono in corso di identificazione e potrebbero essere ricomprese nel numero dei dispersi, che sono allo stato 4, dei quali due minorenni. Il Consiglio dei ministri di oggi ha immediatamente deliberato lo stato di emergenza per la Regione Marche, approvando un primo finanziamento di 5 milioni.

Draghi si recherà nelle Marche, ad Ostra in provincia di Ancona, per visitare i territori colpiti dal maltempo. “Quanto successo oggi dimostra come la lotta al cambiamento climatico sia fondamentale“, ha affermato il premier nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera al decreto Aiuti ter. “Ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi di acqua veramente straordinari” ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. “È piovuto in qualche ora un terzo di quello che normalmente piove in queste zone in un anno – ha aggiunto – e in alcune zone ha piovuto il doppio di quello che piove in estate. E stato un quantitativo di acqua che si è riversato sui territori in maniera repentina portando scompiglio e morte.”

Foto Ansa.it

Nelle zone colpite dall’emergenza maltempo nelle Marche al momento “ci sono centinaia di sfollati“, ha affermato il prefetto di Ancona, Darco Pellos, al termine della riunione presso la Protezione civile regionale. Sono almeno 180 i vigili del fuoco al lavoro nella zona del nubifragio che ha colpito la regione. Salvate nella notte decine di persone che si erano rifugiate sui tetti delle abitazioni e sugli alberi, spiega il Corpo dei vigili del fuoco. Più di 150 gli interventi dei pompieri. Sono 3 i dispersi a Barbara, uno dei paesi più colpiti.

Vittime e dispersi nelle Marche

In attesa di informazioni ufficiali, ci sono anche i nomi di 4 vittime, tutte a Pianello di Ostra, grazie alle comunicazioni di familiari e amici: si tratterebbe di Andrea Tisba, di 25 anni, e del padre Giuseppe, di 60, del 52enne Diego Chiappetti e dell’ottantenne Ferdinando Olivi. Secondo il sindaco mancano all’appello il figlio della farmacista Silvia Mereu, Mattia, di circa 8 anni. Una ragazza di 17 anni, Noemi Bartolucci, e sua madre, Brunella Chiu, di 56 anni. L’altro figlio della donna, Simone, si è invece salvato aggrappandosi a un ramo di una grossa pianta.

“Come uno tsunami”

È stato come il cedimento di una diga – dice il sindaco di Barbara Riccardo Pasqualini – è venuto giù il mondo in un attimo. Un rumore sordo terrificante e poi l’ondata. Non è stata un’alluvione ma uno tsunami‘. Il proprietario del mulino si è affacciato dalla finestra e ha visto un metro e mezzo d’acqua. Le responsabilità? Stiamo cercando di risolvere la situazione, non è questo il momento – conclude – lo vedremo poi“.

Foto Ansa.it

Marche, fango a Senigallia

Oltre alle vittime, ci sono danni al momento incalcolabili. Il fiume Misa, in piena per le violenti piogge di questa notte, ha anche rotto le balaustre in pietra del ponte Garibaldi nel centro storico di Senigallia. Nel cuore della cittadina della Marche sono visibili i danni procurati dai detriti, rami e fango, trascinati dal torrente. Molti cittadini sono all’opera per svuotare cantine e negozi allagati. Testimoni riferiscono di non avere mai visto “una cosa del genere“.

Perché non c’erano allarmi

Sale la polemica sul mancato allarme meteo nella zona delle Marche colpita. “I bollettini sono pubblicati, c’è un tema di allertamento. È abbastanza evidente che l’evento, per come si è manifestato, è stato molto peggiore di quello che era stato previsto” ha spiegato al proposito il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse stata data una allerta meteo. “Ora dobbiamo concentrarci sulle cose da fare adesso” ha aggiunto. “Il tema dell’allertamento sarà da approfondire ma è un dato di fatto che l’evento è stato molto maggiore di quello che era stato inizialmente previsto“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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