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Elezioni in Svezia: la destra può vincere, socialdemocratici in difficoltà

L'11 settembre il voto. Nel paese crescono le tensioni sull'immigrazione, il caro vita e la paura della Russia

La Svezia alle urne domenica 11 settembre: elezioni politiche nazionali, per rinnovare il Parlamento, ma anche regionali e municipali. La premier uscente Magdalena Andersson potrebbe non essere riconfermata.

Un voto particolarmente importante quello di oggi in Svezia che potrebbe segnare l’arrivo al potere nel paese scandinavo del Centrodestra, pronta a governare per la prima volta con l’appoggio dell’estrema destra. I socialdemocratici, guidati dal capo del Governo, Magdalena Andersson, devono battere la concorrenza del capofila dell’opposizione di destra moderata, Ulf Kristersson, e del leader dell’estrema destra, Jimmie Akesson. Gli ultimi sondaggi danno il Centrosinistra al 29% ma l’estrema destra al 21% e il Centrodestra al 18%.

Jimmie Akesson. Foto Ansa/Epa Christine Olsson

La Svezia e la guerra in Ucraina

Oltre all’incognita di una netta svolta politica, a fare da sfondo alle elezioni in Svezia è la guerra in Ucraina. Per iniziativa della premier, e leader dei socialdemocratici, Andresson, Stoccolma ha presentato formale richiesta di adesione alla NATO, così come la Finlandia. In questo modo ha rotto decenni di tradizionale neutralità del paese scandinavo. Ed entrerà a far parte della Alleanza atlantica. In base a tutti i pronostici si profila un serrato testa a testa tra i blocchi di sinistra e di destra e, per la prima volta l’estrema destra – col nome di Democratici svedesi – potrebbe diventare il primo partito di opposizione. Non solo. I Democratici hanno buone probabilità di governare con la destra del Partito Moderato di Kristersson.

Andersson, da poco al potere

Al momento il Partito Socialdemocratico è accreditato del 28-30% delle intenzioni di voto, riporta l’Agi. Per il 55% dell’opinione pubblica Andersson è una delle dirigenti politiche più apprezzate in patria. La premier uscente ha dalla sua parte il sostegno dei Verdi, del Partito di Sinistra (ex comunista) e del Partito di Centro. Ex campionessa di nuoto, sposata, madre di due figli, la 55enne Andersson è divenuta premier lo scorso novembre in sostituzione del predecessore Stefan Lofven. È riuscita a dare nuovo slancio ai socialdemocratici svedesi portando avanti una linea classica di difesa di uno Stato sociale forte oltre a quella più dura in materia di immigrazione. La popolarità di Andersson è cresciuta, spiega l’Agi, grazie al modo in cui la premier ha gestito la pandemia di Covid e il rapido passaggio dalla neutralità alla NATO, sotto la minaccia del vicino russo.

La premier e leader dei socialdemocratici svedesi, Magdalena Andersson. Foto Ansa/Epa Christine Olsson

Il “Meloni” della Svezia

La possibile sorpresa alle elezioni in Svezia sarà però il leader nazionalista Jimmie Akesson, da 17 anni alla guida dei Democratici di Svezia. Ha fatto passare il suo partito da forza politica del tutto minoritaria a peso massimo nazionale. Un po’ come Fratelli d’Italia da noi. Un partito che tre anni fa era al 6% (Europee 2019) e che il prossimo 25 settembre potrebbe toccare il 25% alle elezioni politiche nazionali. Akesson sta conquistando sempre più elettori conservatori, ma anche socialdemocratici. Soprattutto tra gli operai. La sua eventuale vittoria al voto odierno in Svezia farà da volano alla vittoria di Giorgia Meloni in Italia?

Greta Thunberg a Stoccolma il 9 settembre per i Fridays For Future prima delle elezioni in Svezia. Foto Ansa/Epa Claudio Bresciani

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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