Ultimo sondaggio prima del silenzio demoscopico in vista delle elezioni del 25 settembre. Il Centrodestra è avanti di 19 punti, nel Centrosinistra il PD perde quasi 3 punti in una settimana. 

Da domani 10 settembre le rilevazioni non saranno più consentite: si entra infatti nelle due settimane antecedenti il voto. L’ultimo sondaggio che vi proponiamo è quello di Nando Pagnoncelli, apparso sul Corriere della Sera. Ci sono cambiamenti di rilievo su base settimanale. I punti salienti riguardano la crescita di Fratelli d’Italia, del Movimento Cinque Stelle e del Terzo Polo (Azione e Italia viva) e la flessione del PD e della Lega.

Foto Ansa/Matteo Bazzi

Secondo il sondaggio il partito guidato da Giorgia Meloni – che fra un mese potrebbe diventare la prima premier donna nella storia d’Italia – consolida il primato con il 25,1%. Il PD con il 20,5% si conferma al secondo posto della graduatoria, ma perde il 2,5% dei consensi in pochi giorni. Segue il M5S che sorpassa la Lega al terzo posto e si attesta al 14,5%. La Lega di Salvini cala al 12,5%. Poi ci sono Forza Italia, stabile all’8%, e il Terzo Polo con il 6,7%. Tra le altre forze politiche, a oggi supererebbero la soglia di sbarramento del 3% solamente l’alleanza Verdi-Sinistra e Reti civiche (3,4%) e Italexit (3%).

Sondaggio, boom dei Cinque Stelle

L’analisi dei flussi elettorali rispetto al voto delle europee del 2019 mostra che il consenso per FdI proviene in larga misura dalla Lega, spiega Nando Pagnoncelli. Il Partito democratico appare invece in difficoltà negli ultimi giorni. Lo penalizzano la crescita del M5S e del Terzo Polo ma anche il rischio di una limitata mobilitazione di una parte del proprio elettorato rassegnato all’idea della sconfitta. Il M5S starebbe diventando, secondo i sondaggi, una sorta di Lega del Sud: nel Meridione rischia di attestarsi come partito più votato il 25 settembre.

Giuseppe Conte. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

Astensionismo alle elezioni

Su base nazionale, invece, non solo al Sud, i sondaggisti prevedono una crescita dell’astensionismo. Le ragioni per cui, a oggi, si prospetta una sorta di mobilitazione al contrario – cioè al non voto – sono di vario tipo, argomenta Pagnoncelli. Sono ragioni che hanno a che fare con l’età e le condizioni di salute di moti cittadini anziani, ad esempio. Ma entrano in gioco anche il livello di istruzione e le condizioni economiche e di lavoro. Il picco più elevato – 70% – il sondaggio di Pagnoncelli lo individua fra i cittadini che non si riconoscono nella contrapposizione destra-sinistra e rivendicano una distanza dalla politica. L’Italia, del resto, non è mai stato un Paese realmente bipolare dal punto di vista politico ma piuttosto multipolare.

Il presidente Ipsos Italia Nando Pagnoncelli. Foto Ansa/Maurizio Brambatti