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L’Italia e la guerra del gas: meno riscaldamento e termosifoni più bassi

Il piano Cingolani per l'inverno prevede caloriferi accesi più tardi e con meno gradi. Obiettivo: ridurre i consumi del 15%, come nel resto della Ue

La Russia ha chiuso le esportazioni di gas verso l’Europa e ora l’Italia si prepara al peggio. Ossia al razionamento del riscaldamento nelle case e negli uffici per il prossimo inverno, sebbene gli stoccaggi nei depositi siano già quasi pieni. 

Il ministero per la Transizione ecologica, guidato dal ‘tecnico’ Roberto Cingolani ha elaborato un documento intitolato Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas che farà discutere. L’insieme del contributo che deriverà dagli interventi del ministero per la Transizione ecologica (Mite), assieme alle misure comportamentali volontarie nell’uso efficiente dell’energia, recita il documento, “porta a una riduzione dei consumi coerente con il 15% del Regolamento Ue“. Pari, cioè, ad “almeno a 8,2 miliardi di metri cubi di gas naturale“.

Sarebbe questa, dunque, la quantità di gas naturale che il ministro intende far risparmiare all’Italia. E tutto questo si tradurrà in precise limitazioni all’uso di termosifoni e condizionatori d’inverno. Nelle case come negli uffici. Il documento del Mite indica infatti “limiti di esercizio degli impianti termici ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione“. In pratica ciò avverrà posticipando di 8 giorni la data d’inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio. Non solo, d’inverno scatterà anche un altro limite: si dovrà tenere acceso il riscaldamento in casa “un’ora in meno per quanto attiene la durata giornaliera di accensione“.

Gas e stoccaggi

Tra le misure previste c’è inoltre la riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici. Da 17 gradi – con più o meno 2 gradi di tolleranza – per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili. E da 19 gradi – con più o meno 2 gradi di tolleranza – per tutti gli altri edifici. Si apprende intanto che il 1 settembre gli stoccaggi di gas in Italia sono ormai all’83% di riempimento. Una valore alto rispetto alla media europea, secondo solo a quello della Germania. Il ministero precisa anche che “tale valore, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% e anche superiore, è fondamentale.” L’obiettivo del Governo Draghi è infatti di “disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno“.

Il ministro Roberto Cingolani. Foto Ansa/Angelo Carconi

Scontro con Zakharova

Sul tema del gas si alza il tono dello sconto tra Europa, Italia in primis, e Russia. Per il portavoce del nostro ministero degli Esteri, Giuseppe Marici, le famiglie e le imprese italiane “rischiano di essere strozzate economicamente dagli aumenti del gas” provocati da Mosca che ha chiuso i rubinetti delle esportazioni. In precedenza la sua omologa, Maria Zakharova, aveva attaccato proprio il piano del Mite. “È imposto a Roma da Bruxelles, che a sua volta agisce su ordini di Washington. Ma alla fine saranno gli italiani che dovranno soffrire“. “I problemi con le forniture continueranno fino alla revoca delle sanzioni” dicono ancora dal Cremlino. Secca la replica dell’Unione europea. “Non perdiamo tempo a commentare le dichiarazioni folli delle personalità russe” ha detto il portavoce della Commissione. “C’è un’eccellente cooperazione fra l’Ue e gli Stati membri sul tema energetico“, ha aggiunto. “I paesi lavorano insieme per rispondere alle sfide create dalle azioni russe“.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Foto Ansa/Epa Maxim Shipenkov

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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