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Funerali di Gorbaciov, migliaia di russi in fila per l’ultimo saluto

Nella Mosca putiniana, dove è vietato parlare di guerra contro l'Ucraina, pena il carcere, in tanti hanno voluto ricordare il Premio Nobel per la Pace 1990

La Russia ha reso omaggio a Mikhail Gorbaciov: oggi 3 settembre si sono svolti i funerali a Mosca. Assente Vladimir Putin, presenti duemila russi, disciplinatamente in fila per rendere l’ultimo saluto al padre della Perestrojka.

Fra coloro che hanno partecipato alle esequie dell’ultimo presidente dell’Unione Sovietica anche il suo amico e Premio Nobel per la Pace 2021, Dmitrij Muratov. Si tratta del direttore di Novaja Gazeta, uno dei primi giornali liberi nella Russia post-sovietica, fondato dallo stesso Gorbaciov, e ora represso da Putin. Unico leader europeo presente a Mosca per i funerali di Gorbaciov è stato Viktor Orban, il premier ungherese. La guerra in Ucraina e la tensione crescente fra l’Occidente e Mosca non hanno consentito la partecipazione alle esequie di altri capi di Governo o di Stato.

Foto Ansa/Epa Maxim Shipenkov

Mikhail Gorbaciov è morto martedì scorso 30 agosto all’età di 91 anni a seguito di una “grave e lunga malattia“. La camera ardente si è aperta stamani alle 10 ora italiana nella famosa Sala delle Colonne all’interno della Casa dei sindacati di Mosca. Lo stesso luogo in cui fu esposto il corpo di Iosif Stalin dopo la sua morte nel 1953. Gorbaciov è stato il leader sovietico che forse più di ogni altro ha cercato di liberare l’Urss dalle conseguenze dello stalinismo. Ha favorito la liberazione di dissidenti incarcerati e ha cercato di realizzare una società più libera e meno coercitiva.

Gorbaciov vicino a Raisa

Forse memori di questo i russi non hanno abbandonato Gorbaciov nell’ora dell’addio. Si calcola che siano stati almeno duemila i cittadini che, a partire dal teatro del Bolshoi, si sono messi in coda per attendere il loro turno alla camera ardente del leader scomparso. Gorbaciov sarà sepolto nel cimitero di Novodevichy, il più prestigioso dell’Unione sovietica dopo la necropoli delle mura del Cremlino. L’ex leader troverà posto accanto alla moglie Raisa, a soli dieci passi dal generale Aleksandr Lebed, politico molto popolare nella Russia post-sovietica e morto in un incidente nel 2002. E a 50 passi dal primo presidente della Federazione russa e suo grande antagonista Boris Eltsin.

Mikhail Gorbaciov con la moglie Raisa Maksimovna

A dare l’ultimo saluto al leader dell’Urss c’era l’ex presidente russo e vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev. E Putin? Ha reso omaggio alla salma del suo predecessore due giorni fa in ospedale ma al funerale non si è presentato. La prevista assenza di Putin dal funerale è un segno della controversa eredità di Gorbaciov in Russia, dove la reazione alla sua morte è stata in netto contrasto con quella occidentale. Molti si dicono ancora oggi convinti che Gorbaciov abbia distrutto l’Urss, reso i russi più poveri, tradito i suoi concittadini finiti nel gorgo dell’era post-sovietica travolti dal capitalismo selvaggio. Senza più le antiche garanzie sociali ed economiche.

Premio Nobel per la Pace

Il giallo dei funerali di Stato, inizialmente negati, poi ripristinati in una formula ibrida di ‘quasi di Stato‘, dimostra quanto il padre della glasnost e della perestrojka fosse una figura controversa anche all’interno dell’establishment russo. Al potere tra il 1985 e il 1991, Gorbaciov ha cercato di trasformare l’Unione Sovietica con riforme democratiche. Ma alla fine ha anche innescato la sua scomparsa. In Russia molti lo accusano di aver distrutto la posizione del paese come potenza globale. In Occidente Gorbaciov è visto come l’uomo che ha posto fine alla Guerra Fredda e ha sollevato la cortina di ferro. Per questi motivi gli fu assegnato il Premio Nobel per la Pace nel 1990.

Gorbaciov con Putin (a sinistra) negli Anni Ottanta

Gorbaciov e Putin

Gorbaciov ha sostenuto la libertà e la riforma democratica, cercando legami più stretti con le nazioni occidentali. Un’eredità che, secondo i critici, Putin ha smantellato durante i suoi oltre due decenni al potere. Dopo la sua morte, i tributi sono arrivati dalle capitali occidentali, dove Gorbaciov è ricordato per aver permesso ai paesi dell’Europa orientale di liberarsi dal dominio sovietico e per aver firmato un patto di riduzione delle armi nucleari con gli Stati Uniti. La Germania ha annunciato bandiere a mezz’asta in segno di lutto a Berlino in memoria di Gorbaciov. Fu lui a evitare l’intervento delle truppe sovietiche durante la caduta del Muro nel novembre 1989.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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