Nel M5S è scaduto il tempo per le candidature alle ‘parlamentarie’ del 16 agosto. Fuori Casalino, Di Battista e Raggi, dentro Appendino. 

Tempo scaduto per le autocandidature del Movimento Cinque Stelle in vista delle parlamentarie del 16 agosto. La prima ad aver aderito alla chiamata alle armi di Giuseppe Conte, leader del M5S, è stata Chiara Appendino, la ex sindaca di Torino. In un post su Instagram il 7 agosto ha scritto: “Sono qui per dirvi che ho deciso di mettermi a disposizione della comunità del Movimento 5 Stelle e del progetto di Giuseppe Conte. Mi candido alle prossime elezioni politiche. M5S è la mia casa politica e sono orgogliosa di farne parte. E quando sei parte di qualcosa devi avere il coraggio di metterti in gioco, anche nei momenti più difficili.”

Foto Facebook / Giuseppe Conte

Giuseppe Conte si è invece espresso sulle autocandidature di Virginia Raggi e di Alessandro Di Battista. Ma non ha commentato quella dell’ex Procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho. Intervistato da Radio Capital, su quest’ultimo il capo di M5S non ha lasciato trapelare indizi chiari. “Confermeremo quando presenteremo le liste“, si è limitato a dire. Liste che sono di competenza esclusiva del leader pentastellato, il quale ha comunque sottolineato di essere in costante dialogo con Beppe Grillo, “visto che ha il ruolo di garante.

M5S, via la vecchia guardia

Quanto a Raggi e Di Battista, il leader del Movimento, ha espresso più di un dubbio su entrambi, per ragioni diverse. La prima “tecnicamente rientra nel vincolo del doppio mandato“, ha spiegato Conte. Dal canto suo, l’attivista romano “non si è iscritto al Movimento, non credo voglia partecipare alle parlamentarie e rientrare nel Movimento, se vorrà farlo ne parleremo“, ha detto Conte. Salvo sorprese, dunque, dal grillino della vecchia guardia ci si attende il definitivo forfait. Sembrerebbe definitivamente escluso dalla rosa dei papabili anche il nome di Rocco Casalino, che avrebbe maturato “in piena autonomia” la scelta di non candidarsi.

Rocco Casalino. Foto Ansa/Alessandro Di Meo

Il vincolo del doppio mandato

Ma come funziona il famoso vincolo del doppio mandato? Si tratta di un caposaldo del Codice etico del M5S che obbliga i candidati a “non presentare la propria candidatura per una carica elettiva, qualora siano già stati esperiti dall’iscritto n. 2 mandati elettivi, così come definiti in apposito Regolamento emanato ai sensi dell’art. 9 comma b) dello Statuto“. Alla luce di tale indirizzo, non hanno potuto autocandidarsi coloro che attualmente ricoprono una carica elettiva, da questo divieto sono esclusi quelli per cui la stessa scadrà nel 2022, consiglieri comunali, municipali e/o Presidenti di Municipio in carica per il loro secondo mandato indipendentemente dalla scadenza dello stesso. Escluso dal conteggio del limite dei due mandati elettivi è anche, secondo la regola, un mandato da consigliere comunale, municipale e/o di presidente di Municipio, già effettuato o da effettuare. L’ex sindaca di Roma, consigliera comunale dal 2021 per la terza volta (incluso il mandato da prima cittadina) rientra tecnicamente nel vincolo di doppio mandato.

Virginia Raggi. Foto Ansa/Angelo Carconi