Iva sul cibo, il Governo Draghi è dimissionario ma resterà in carica per altri 4 mesi circa e ora affronta il problema. È allo studio la possibilità di azzerare l’imposta sul valore aggiunto sia sul pane che sulla pasta.

Ma l’obiettivo dei tecnici è anche quello di ridurre l’Iva dal 10% al 5% sulla carne e sul pesce. Lo ha confermato la viceministra pentastellata dell’economia Laura Castelli. “Si tratta di un piano concreto e eventualmente alternativo o aggiuntivo ai 200 euro” ha detto a Radio 24.

Foto Ansa/Ciro Fusco

La norma potrebbe comparire come un’aggiunta nel decreto Aiuti. Un provvedimento ormai famigerato perché proprio su di esso il Movimento Cinque Stelle ha aperto la crisi di Governo non votando la fiducia. Sembra dunque che nell’esecutivo si ragioni sull’ipotesi di un’Iva eliminata in tutto o in parte almeno su quelli che sono gli alimenti di base di un normale pasto per gli italiani.

Iva, imposta onnipresente

La viceministra grillina dell’Economia, Laura Castelli, nel colloquio a Radio 24 ha sottolineato come “si stanno valutando i costi di entrambe le misure“. E soprattutto “quali siano le più impattanti sulla vita degli italiani“. Per questo, ha aggiunto, i tempi della decisione stringono. “Interverremo in questo senso nel decreto di luglio” ha chiosato.

Laura Castelli. Foto Ansa/Massimo Percossi

Castelli ha sottolineato inoltre che si sta “riassestando in queste ore il decreto” di luglio. “Le risorse che arrivano dall’assestamento sono di più“. E perciò 12-13 miliardi sono una “cifra possibile, molto vicina alla realtà“. La viceministra ha sottolineato in particolare che “stiamo contando perché l’aumento dei tassi di interesse erode un po’ queste risorse. Ma non è una misura in deficit come tutti i decreti che abbiamo fatto quest’anno“. “Se non fosse caduto il Governo – ha concluso – probabilmente avremmo fatto questo decreto di luglio e anche altri interventi prima della legge di bilancio“. Ci sarebbe da capire perché, allora il Movimento Cinque Stelle non è tornato sui suoi passi votando almeno la fiducia il 20 luglio in Senato, visto che una sua autorevole esponente sembra rimpiangere la caduta di Draghi.

Foto Ansa/Ciro Fusco

Comunque sia l’esecutivo va avanti, sull’Iva e non solo. Ministri, viceministri e sottosegretari pentastellati – così come quelli di Forza Italia e della Lega – non si sono dimessi dal Governo, malgrado i loro partiti abbiano negato la fiducia. L’Italia, ormai in piena campagna elettorale, ha un esecutivo dimissionario, un premier in rotta con almeno tre partiti (e loro con lui). Ma anche la necessità di operare per mesi, affrontando una crisi economica ed energetica senza precedenti. Nel frattempo i leader dei partiti si sfidano dalle pagine dei giornali e nei luoghi d’incontro delle feste estive. Non sarà un’estate di riposo per nessuno.