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Ucraina, bombe russe su Odessa dopo l’intesa sul grano

Nessuna traccia di pace. Kiev punta sulla guerra tecnologica: droni kamikaze e di centinaia di migliaia di hacker

Sono ormai 5 mesi da quando, il 24 febbraio scorso, la Russia ha invaso l’Ucraina. La guerra non si ferma. Gli spiragli di pace, aperti dalla prima intesa sullo sblocco del grano, sembrano già chiusi.

L’esercito russo ha preso di mira il porto di Odessa. E lo ha fatto all’indomani dell’accordo siglato a Istanbul, in Turchia, per consentire la ripresa delle esportazioni di grano ucraino. Lo ha confermato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, sul suo canale Telegram. “I missili hanno distrutto infrastrutture militari nel porto di Odessa con un attacco ad alta precisione“, ha dichiarato Zakharova. Secondo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, l’attacco contro Odessadimostra solo una cosa: non importa cosa la Russia dice e promette, troverà sempre il modo di non attuarlo“.

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Foto Ansa/Epa Odessa City Hall Press Office

Ucraina e Turchia

C’è però chi, dall’intesa di Istanbul, ricava vantaggi immediati: la Turchia. Per il suo ruolo di mediatore, Erdogan incassa la possibilità di acquistare il grano ucraino a un prezzo più conveniente rispetto agli altri paesi. L’accordo fra Russia e Ucraina prevede che Kiev riprenderà le esportazioni di cereali attraverso il Mar Nero. “I ministri di Russia e Ucraina hanno promesso verbalmente che la Turchia avrebbe ricevuto vantaggi in termini di prezzo di acquisto del grano“, ha detto il capo della commissione Agricoltura del Parlamento turco, Yunus Kilic, in un’intervista al quotidiano Sabah. In base all’intesa, la Russia ha ricevuto garanzie per facilitare le esportazioni dei suoi fertilizzanti nonostante le sanzioni in vigore.

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Mykhailo Fedorov, vicepremier dell’Ucraina. Foto Ansa/Epa Alessandro Della Valle

In Ucraina la guerra va avanti. Un cittadino canadese e uno svedese sono morti insieme ai due americani che hanno recentemente perso la vita combattendo contro le forze russe nella regione del Donbass. Lo ha riferito al quotidiano statunitense Politico il comandante del battaglione a cui appartenevano, Ruslan Miroshnichenko. I due americani sono stati identificati dal Dipartimento di Stato come Luke ‘Skywalker’ Lucyszyn e Bryan Young. Entrambi sono morti il ​​18 luglio insieme al canadese Emile-Antoine Roy-Sirois e allo svedese Edvard Selander Patrignani, secondo il comandante. Facevano parte di una forza operativa speciale internazionale all’interno delle Forze di Difesa Territoriale dell’esercito ucraino e sono caduti nella città di Hryhorivka in un’imboscata tesa dai russi.

Droni e hacker per l’Ucraina

Da parte sua l’Ucraina metterà in campo un esercito di droni e migliaia di hacker per combattere la Russia. Si tratta di progetti a cui sta lavorando Mykhailo Fedorov, uno dei quattro vice premier ucraini nonché ministro per la Trasformazione digitale. In un’intervista al Corriere della Sera ha spiegato nel dettaglio le sue idee. E ha parlato del cyber-esercito di Kiev, precisando che è composto da “migliaia di specialisti volontari che lavorano per noi contro il nemico“. Si tratterebbe di oltre 300mila hacker. “La Russia ci attacca e noi contrattacchiamo con i nostri hacker. Gli obiettivi sono quelli pubblici associati ai media, alla propaganda, i portali del Cremlino e del Parlamento russo, società come Gazprom, banche come Sberbank“.

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Civili ucraini si addestrano alla guerra a Leopoli, nell’ovest.2022. Foto Ansa/Epa Mykola Tys

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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