Al via i saldi estivi, da sabato 2 luglio. Dopo la Sicilia, che ha già cominciato, è la vota di tutte le altre regioni italiane, a eccezione della Provincia autonoma di Bolzano. In Alto Adige i cittadini dovranno attendere fino al 15 del mese.

Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 202 euro. Significa 88 euro pro capite per i saldi estivi. Il valore complessivo della spesa? Le stime parlano di 3,1 miliardi di euro. “La spesa media a famiglia per questi saldi estivi è in leggero aumento rispetto allo scorso anno” dice Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio.

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“La spesa per i saldi di questa estate “corrisponde al ritorno del turismo nazionale e internazionale soprattutto sulle coste e nelle città d’arte. I saldi potranno rappresentare una vera opportunità, considerando il generale aumento dei costi e le previsioni di crescita dei listini delle prossime collezioni“. “Il settore tessile, abbigliamento, calzature e accessori, infatti, ha finora resistito all’incremento dei prezzi. A fronte dell’importante crescita dei costi fissi aziendali per affitti, energia, carburanti, prodotti e servizi. La clientela ha potuto acquistare a prezzi veramente convenienti” ha proseguito Felloni.

Saldi e negozi di prossimità

L’acquisto nei negozi di prossimità, rappresenta il vero sostegno ai nostri centri urbani” ha aggiunto il presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio. “E ciò in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Anche per questo non è ammissibile una concorrenza sleale dei colossi del web che hanno, peraltro, beneficiato di un’importante rendita di posizione. Chiediamo, quindi, che vengano quanto prima attuati gli accordi internazionali sull’entrata in vigore della global minimum tax.”

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Come fare acquisti corretti

Per il corretto acquisto degli articoli ai saldi, Federazione Moda Italia e Confcommercio segnalano, su tutto il territorio italiano, la promozione di varie iniziative. Come Saldi Chiari e Sicuri o Saldi Trasparenti e ricordano alcuni principi di base per evitare delusioni. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante. A meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo).

In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo. E, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro 2 mesi dalla data della scoperta del difetto. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Pagamenti a saldi: l’esercente deve accettare le carte di credito. Prodotti in vendita: i capi che un negozio propone in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.

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