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Covid dai gatti, primo caso in Thailandia

Niente panico: è improbabile contagiarsi dal felino di casa. Ma non è escluso un effetto domino su altri animali

La pandemia di Covid passa anche attraverso i gatti. In Thailandia è documentato il primo caso di trasmissione del virus Sars-CoV-2 da un felino a un essere umano.

È successo nel sud della Thailandia, dove il gatto domestico di una famiglia positiva al Covid avrebbe contagiato la veterinaria starnutendole in faccia. La conferma è arrivata dallo studio dei genomi virali, che è apparso sulla rivista Emerging Infectious Diseases dai ricercatori della Prince of Songkla University.

Fin dai primi mesi della pandemia di Covid (inverno/primavera del 2020, quando emerse come nota) la comunità scientifica aveva presente che i gatti potevano ricevere il contagio dagli umani. Senza, per altro, sviluppare gravi sintomi. Finora, tuttavia, nessuno aveva mai dimostrato che il contagio potesse arrivare anche nel senso opposto: dall’animale all’uomo. “Sapevamo da due anni che era una delle possibilità“, commenta sulla rivista scientifica Nature Angela Bosco-Lauth, esperta di malattie infettive della Colorado State University.

Non c’è allarme Covid

Ma come mai ci sono voluti 2 anni per arrivare a dimostrare che i gatti possono trasmettere il Covid all’uomo? Considerando la grande diffusione di questi animali domestici in tutto il mondo, il fatto che ci sia voluto così tanto tempo potrebbe avere un significato preciso. Ovvero che il contagio da gatto a uomo non è poi così comune. Comunque sia gli esperti tendono a essere, per il momento, rassicuranti. Non c’è alcun tipo di allarme. Perché resta più probabile che il virus passi dall’uomo all’animale che non viceversa.

Ilaria Capua
Ilaria Capua. Foto Ansa/Mourad Balti Touati

Gatti di casa? State tranquilli

Anche secondo la scienziata Ilaria Capua non bisogna allarmarsi. “Non vi preoccupate: è altamente improbabile prendere il Covid dal gatto di casaafferma al Corriere della Sera. “Non solo perché è un’evenienza molto rara, ma perché è stato un caso di reverse spillover. Il gatto ha preso il virus dall’Homo Sapiens e lo ha ritrasmesso con uno starnuto“. “Che i gatti potessero infettarsi lo sapevamo perché anche i grossi felini, sia tigri che leoni, hanno preso il virus” precisa Capua. “Chiaro che se un felino si infetta e vi è intensa replicazione virale in corso ti puoi prendere il Covid, soprattutto se dorme sul tuo cuscino“.

La professoressa spiega inoltre che “questo virus non infetta solo l’Homo Sapiens ma circa 50 specie di animali. Sebbene nella stragrande maggioranza di questi casi il Sars-CoV-2 sia autolimitante. Tranne alcune eccezioni l’animale non è un amplificatore” del Covid. “Siamo all’inizio di un macrociclo di circolazione virale” dice ancora Ilaria Capua. “Dobbiamo però aspettarci che altri animali si infettino. Ciò che deve preoccuparci è la magnitudo del fenomeno. Purtroppo non è finita. Il virus continua a girare e il problema non è il gatto ma l’effetto domino che potrebbe crearsi nel regno animale“.

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Foto Ansa/Angelo Carconi

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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