Dallo scorso 16 giugno nei Musei Civici del Castello di Masnago si è aperta la mostra I tempi della pittura. Cronografia di alcune opere di Renato Guttuso dipinte a Velate: l’archivio di Nino Marcobi. Si tratta della retrospettiva con cui il Comune di Varese mira a far conoscere ulteriori aspetti del maestro siciliano come uomo e pittore.

Per la prima volta, infatti, vengono svelate le fasi di idealizzazione e realizzazione di alcune sue importanti opere. Questo è stato possibile grazie all’archivio di Nino Marcobi, amico e uomo di fiducia del Maestro nel suo studio di Velate. Solo di recente, infatti, gli eredi hanno donato al Comune di Varese il prezioso Archivio Marcobi. Per gli amanti del noto pittore si tratta di un bene inestimabile, dal momento che consta di un inedito corpus di testi manoscritti giorno per giorno da Marcobi mentre assisteva al lavoro dell’artista.

Renato Guttuso, Giocatori di scopone, 1981, olio su tela. Collezione privata

Gli appunti sono tutti corredati da un altrettanto unico e ragguardevole materiale documentario e fotografico. L’archivio, dunque, apre le porta alla bottega ideale di Renato Guttuso a Varese, permettendo di seguirne il processo creativo in maniera nuova ed approfondita.

La mostra porta il pubblico nella fase creativa di Renato Guttuso

Nel corso dei suoi anni a Varese, Marcobi è stato per Renato Guttuso un prezioso amico e collaboratore. I suoi “diari di bordo” giornalieri ci permettono di entrare nel dietro le quinte dell’artista idealmente a stretto contatto con la sua parte creativa. Così si comprende a pieno il lavoro che soggiace a capolavori di grandi dimensioni realizzati a Velate, quali Giocatori di scopone, Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles e il monumentale telero di Spes contra spem.

Renato Guttuso, Spes contra spem, 1982, olio su tela. Fondazione Francesco Pellin

Di immenso valore è il materiale su La Vucciria, uno dei più famosi quadri del maestro, dipinto nella lontana estate del 1974. A spiegare al meglio il percorso espositivo è Serena Contini, responsabile della Ricerca e della Valorizzazione del patrimonio culturale e museale del Comune di Varese e curatrice della mostra illustra. L’esperta ha chiarito che “lungo il percorso della mostra (…) si possono riscoprire sotto una nuova luce, grazie ad una cospicua documentazione sia fotografica che letteraria, sinora inedita, la quotidianità varesina di Renato Guttuso e in particolar modo il suo rapporto con Nino Marcobi, suo confidente e collaboratore“. La mostra si apre con una sala dedicata al suo rapporto con il paesaggio prealpino.

Renato Guttuso, La Vucciria, riproduzione del dipinto conservato a Palazzo Steri, sede del Rettorato dell’Università di Palermo.

I materiali dell’Archivio Marcobi svelano ancora i segreti delle opere, anche quelle più famose, di Renato Guttuso. Nei Giocatori di Scopone, ad esempio, era previsto inizialmente un ritratto dello stesso Guttuso poi cancellato. Nella tela Spes contra spem, invece, erano inizialmente presenti la figura dell’amico Picasso e un imponente drappo rosso, in seguito rimossi nella versione finale. Come rileva giustamente Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia, l’archivio “è uno straordinario libro aperto, ricco di documenti inediti e di testimonianze autentiche, sulla vita e sull’opera di Renato Guttuso“.