Il Movimento Cinque Stelle attraversa una fase cruciale della sua storia. Dopo l’attacco di Di Maio a Conte, a seguito dei disastrosi risultati alle comunali del 12 giugno, interviene Beppe Grillo.

Sul suo blog il fondatore del del Movimento ‘detta’ il da farsi sulla regola del limite dei due mandati per i dirigenti, in vista del voto a fine mese degli iscritti M5S sulla questione. “Appare sempre più opportuno estendere l’applicazione delle regole che pongono un limite alla durata dei mandati” scrive Grillo. “Alcuni obiettano – soprattutto fra i gestori che si arroccano nel potere – che un limite alla durata dei mandati non costituisca sempre l’opzione migliore” sottolinea, attaccando senza menzionarli i dirigenti di M5S.

Foto Ansa/Fabro Frustaci

E questo in quanto imporrebbe di cambiare i gestori (del Movimento, ndr.) anche quando sono in gamba: ‘cavallo che vince non si cambia’ sembrano invocare ebbri di retorica da ottimati. Ciò è ovviamente possibile, ma il dilemma si può superare in altri modi, senza per questo privarsi di una regola la cui funzione è di prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere. Se non di una sua deriva autoritaria, che è ben maggiore del sacrificio di qualche (vero o sedicente) Grande Uomo“. Sembra un riferimento a Giuseppe Conte, ora che l’ex premier è sulla graticola per la quasi sparizione del Movimento Cinque Stelle dalle preferenze degli elettori.

Movimento, Di Maio all’attacco

Una cosa è certa, però. Al di là dell’intervento di Grillo, la ‘crociata’ politica anticontiana prosegue per Luigi Di Maio. Anche venerdì 17 giugno il ministro degli Esteri ha tuonato. “Non è chiara la nostra ricetta per il paese” ha detto parlando con i giornalisti a Castellammare (Na). “E questo spiega perché nella nostra coalizione il PD sale e noi scendiamo. Forse perché non abbiamo ben chiare le ricette per il nostro Paese“.

Di Maio con la ministra degli Esteri libica Najla Al-Mangush. Foto Ansa/Alessandro Di Meo

Mi sono permesso semplicemente di porre dei temi per aprire un dibattito su questioni come la NATO, la guerra in Ucraina, la transizione ecologica” ha insistito Di Maio. Che poi ha sottolineato: “Ho ricevuto insulti personali come quello che ho visto sui giornali stamattina. Temo che il Movimento rischi di diventare la forza politica dell’odio, una forza politica che nello statuto ha invece il rispetto della persona. Credo che dobbiamo parlare dei temi, il nostro elettorato è disorientato perché quando si pongono dei temi ci sono attacchi personali e questo non è accettabile“.

Il doppio mandato

E sulla regola di non consentire più di due mandati alle cariche dirigenti del Movimento anche il ministro degli Esteri ha detto la sua, fedele alla linea Grillo. “Noi non stiamo guardando al 2050, ma siamo una forza politica che sta guardando indietro” ha detto ancora Di Maio. “Che senso ha cambiare la regola del secondo mandato? Io invito gli iscritti del Movimento a votare secondo i principi fondamentali del Movimento perché questa è una forza che si sta radicalizzando all’indietro“.

Giuseppe Conte. Foto Ansa/Maurizio Brambatti