Cresce il settore dei nanosatelliti; sono quei satelliti in miniatura che consentono di esaminare i vulcani così come le lune di Marte. L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha lanciato ben 20 progetti innovativi in questo campo, nell’ambito del neonato programma Alcor. 

L’ASI ha svelato pubblicamente le sue ambizioni in materia di minisatelliti Vulcain, ad esempio, che consentono di monitorare i vulcani. Ma anche dei cubesat matrioska Taste, che hanno per compito quello di esplorare le lune di Marte. Si tratta appunto di 2 dei 20 innovativi progetti italiani in formato nano in arrivo. A rendere possibile lo sviluppo di queste iniziative è un investimento di oltre 100 milioni di euro da parte dall’Agenzia Spaziale Italiana. Per coordinare il crescente settore dei nanosatelliti è nato Alcor, lo specifico programma dell’ASI presentato a Roma il 26 maggio. Gli scienziati prevedono che entro il 2030 il mercato globale del settore dei nanosatelliti raggiunga il valore di 8 miliardi di euro.

I nanosatelliti hanno un potenziale importantissimo per le attività spaziali“, ha detto il presidente dell’ASI, Giorgio Saccoccia. Fino a pochi anni fa in tanti li consideravano poco più di giocattoli spaziali – pesano al massimo mezzo chilo – utili quasi esclusivamente per fini didattici. Oggi invece i nanosatelliti si stanno trasformando in elementi cardine della nuova economia dello spazio.

Come sono, a cosa servono

Piccoli, leggeri e facili da realizzare: sono i tre fattori che hanno reso i nanosatelliti la piattaforma ideale per testare tecnologie altamente innovative. E soprattutto rendono lo spazio un luogo accessibile anche a start up e piccole imprese. Ne sono un esempio i 20 progetti, a cui partecipano aziende grandi e piccole al fianco di università e centri di ricerca, che stanno nascendo in questi mesi grazie a una serie di finanziamenti ASI.

Foto Twitter @ASI_spazio

Per coordinare l’intero settore italiano è nato Alcor, un programma specifico all’interno dell’Agenzia Spaziale Italiana. Ormai i nanosatelliti non sono solo strumenti per sperimentare nuove tecnologie ma oggetti utilizzati anche per missioni istituzionali importanti. Come ad esempio gli italiani Liciacube – che filmerà tutte le fasi dell’impatto di un’asteroide, nell’ambito di una missione Nasa – o ArgoMoon che accompagnerà la missione Artemis-1 in orbita attorno alla Luna.

Ma produrre e lanciare satelliti a costi ridottissimi offre anche il terreno ideale per sperimentare e osare soluzioni impensabili fino a poco tempo fa. Dopo la costosissima moda del turismo spaziale, si portrebbe ipotizzare ad esempio costellazioni lowcost per osservare la Terra. O nuovi sistemi di propulsione miniaturizzati.