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Ddl Spettacolo approvato al Senato, via libera all’indennità di discontinuità

Lavoratori e lavoratrici, artisti, cantanti e attori non hanno più certezze dopo due anni di pandemia

Approvato in Commissione Cultura del Senato il disegno di legge delega sullo spettacolo. Dopo due anni di pandemia e una crisi che ha prodotto dispersione di personale tecnico e artistico come non mai. 

Si calcola che il 20% del totale abbia abbandonato, tentando di cambiar mestiere. Il settore dello spettacolo produceva un reddito globale di 1,4 miliardi di euro nel 2019, prima della pandemia di Covid. Così oggi 4 maggio si è votato e approvato, in Commissione Cultura di Palazzo Madama, il ddl Spettacolo, compreso l’emendamento che introduce l’indennità di discontinuità per proteggere le professioni e i mestieri artistici creativi.

Manuel Agnelli al "David di Donatello"
Manuel Agnelli. Photo Credits: Teresa Comberiati

Si tratta di uno degli emendamenti alla legge di delega al Governo, presentati dai relatori Roberto Rampi (PD) e Nunzia Catalfo (M5S). Obiettivo di questa misura è quello di riconoscere la specifica naturadiscontinua” delle professioni creative del mondo dello spettacolo. L’indennità di discontinuità, infatti, stabilisce i tempi di preparazione, formazione e studio quali parti integranti dei tempi di lavoro effettivo. Perché connaturati e indispensabili per chi svolge un lavoro delle arti performative.

Ddl Spettacolo “passo decisivo

In altre parole, l’indennità di discontinuità riconosce il tempo fino a oggi ritenuto di non attività come tempo di lavoro indispensabile. L’intento è di riformare il settore dello spettacolo sul tema del lavoro. Ma anche sul riconoscimento degli spazi culturali e sulla costruzione di un nuovo paradigma per le imprese culturali e creative. L’indennità di discontinuità è solo una delle misure che contribuiscono al miglioramento delle condizioni di chi lavora nel mondo delle professioni creative. “Un importante passo avanti per il completamento del nuovo welfare dello spettacolo” ha dichiarato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, riferendosi all’approvazione del disegno di legge. Il provvedimento, una volta licenziato dall’Aula del Senato, passerà all’esame della Camera dei Deputati.

Puccini Vittoria
Vittoria Puccini

La soddisfazione degli artisti

Questa è veramente una piccola rivoluzione che, riconoscendo finalmente una caratteristica fondante del nostro lavoro, afferma un diritto” ha detto Manuel Agnelli. “Un diritto che avrebbe cambiato le sorti di molti durante la pandemia, richiesto a gran voce sin dal principio dell’emergenza. Grazie a chi si è speso per questo traguardo.” Sul ddl Spettacolo è intervenuta anche l’attrice Vittoria Puccini. “L’indennità di discontinuità è una grande conquista per tutti i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo, in quanto riconosce finalmente la natura intermittente del nostro lavoro” ha affermato. Al coro dei plausi si è unito il cantante Diodato. “Sono molto felice perché riconoscere la discontinuità è un passo importante e deciso verso la reale comprensione di questo lavoro e quindi verso le tutele necessarie” ha detto. E ha ricordato che parliamo di un settore, quello dello spettacolo, “che ha sofferto talmente tanto da rischiare di sparire.

Diodato
Diodato

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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