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Meloni prima donna premier? La sfida della Le Pen italiana

Alla Convention di Fratelli d'Italia la leader della destra attacca su tutta la linea: "Faremo un nuovo Risorgimento". E i sondaggi la premiano

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il maggiore partito politico di opposizione al Governo Draghi di unità nazionale, lavora per diventare premier. I sondaggi danno FdI al primo è posto e a Milano è in corso in questo fine settimana la conferenza programmatica.

Ci faremo trovare pronti: abbiamo le idee e gli uomini giusti. È arrivato il nostro tempo“, ha detto Meloni dal palco. La presidente del partito ha rivendicato il merito di essere la prima “in mezzo a una tempesta a indicare la rotta“. “Trasformeremo questa epoca infame – ha affermato – in un nuovo Risorgimento italiano“. La kermesse di Fratelli d’Italia si svolge al Milano Convention Centre, il centro congressi più grande d’Europa. Una location in stile Usa: il palco in mezzo alla sala, circondato da militanti con le bandiere. E il maxi schermo a forma di cubo appeso al soffitto simili a quelli delle convention dei repubblicani statunitensi.

In oltre 70 minuti della sua relazione Meloni non ha mai citato mai i leader del Centrodestra, né degli altri partiti. Ha pronunciato solo i nomi di Joe Biden e Mario Draghi. Al primo ha ricordato come l’Europa pagherà cari gli effetti della guerra in Ucraina: “Al presidente americano – ha detto fra gli applausi – dico che non saremo i muli da soma dell’Occidente: noi pagheremo un prezzo superiore alla crisi, serve un fondo di compensazione“.

Fratelli Italia Meloni
Sondaggio Demopolis. Foto Twitter @SBidimedia

Meloni: “Draghi si svegli

Chiediamo a Draghi – ha aggiunto – di prendere questa sua autorevolezza che sta in cantina, spolverarla, e andare in Europa per chiedere di rivedere le priorità del PNRR“. In modo da “intervenire sugli effetti della crisi“. “Bisogna tenere in equilibrio la sostenibilità ambientale con quella sociale“. Per il resto, una lunga e articolata presentazione del suo programma. E della sua ricetta per superare “il globalismo e il mondialismo battuto dal combinato disposto pandemia-guerra“. Meloni ha chiesto alla civiltà occidentale di “non rinunciare ai suoi valori, alla sua anima“. Quindi l’attacco alle “utopie globaliste“, perché lei, ha affermato, ha il coraggio di parlare dei problemi che affliggono l’Unione, in quanto “molto più europeista dei Soloni di Bruxelles“.

L’Ucraina e il presidenzialismo

Meloni si è quindi schierata con il popolo ucraino che difende la sua patria, “la prima delle madri“. E ha attaccato “gli oligarchi di Silicon Valley che si permettono di censurare eletti dal popolo“, con chiara allusione al fatto che Twitter ha bandito Donald Trump, lo scorso anno. Quindi ha rilanciato il primato del Made in Italy, e ha chiesto un ministero del mare. Ha ribadito le ragioni di un repubblica presidenziale e non parlamentare, com’è oggi l’Italia. E su questo punto ha bacchettato il Partito democratico. “Il Pd non mi dica che questa riforma non funziona perché uno va al governo con il 25%: loro ci stanno da 5 anni con il 18%“.

L’omaggio a Ramelli

Fra i punti programmatici più importanti anche la difesa della famiglia, la lotta contro l’utero in affitto, a favore del merito, contro “l’idiozia dell’uno vale uno“. Al mattino del 29 aprile Giorgia Meloni aveva ricordato Sergio Ramelli, il militante 18enne del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da militanti della sinistra  extraparlamentare. Era presente anche il sindaco Dem di Milano, Beppe Sala. “Il valore della mia presenza qui è ricordare e fare memoria, impedire le violenze politiche“, aveva detto ai cronisti la leader dei Fratelli d’Italia. E aveva preso poi le distanze da una manifestazione dell’estrema destra. “Noi là non ci saremo” aveva assicurato. E i saluti romani? “Sono gesti antistorici, l’ho detto tante volte” ha tagliato corto Meloni.

Meloni Ramelli Sala
Meloni e Sala alla commemorazione di Ramelli il 29 aprile a Milano

FdI e Lega, tensione continua

Sullo sfondo delle giornate milanesi di Meloni la tensione permanente tra Fratelli d’Italia e la Lega: il partito di Centrodestra da cui negli ultimi 4 anni si è verificato un vero e proprio travaso di consensi a favore di Giorgia Meloni e della sua formazione politica. Matteo Salvini ha detto di volersi presentare alla Convention di Milano. “È nella mia città, conto di passare a salutare” Meloni, ha detto. Ma il veterano della destra, Ignazio La Russa, non ci sta: “Sarebbe un controsenso per noi e per lui. È una manifestazione di partito“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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