In Israele almeno due persone sono morte e altre 15 sono rimaste ferite in modo grave a causa di un attacco terroristico la sera del 7 aprile, in più luoghi nei pressi della centralissima Via Dizengoff.

L’attentatore sarebbe un palestinese proveniente dalla Cisgiordania. Avrebbe agito da solo: ha aperto il fuoco in punti diversi per poi dileguarsi. Le forze dell’ordine lo hanno localizzato nelle vicinanze di una moschea, dopo 9 ore di caccia all’uomo, e lo hanno ucciso. Il premier Naftali Bennett ha annunciato che Israele “resta in massima allerta” per “ogni altro attentato o attacchi imitativi“. Abu Mazen, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, ha condannato l’attentato.

Il premier israeliano Naftali Bennett. Foto Twitter @naftalibennett

Nelle lunghe ore nel corso delle quali l’attentatore non era stato ancora scoperto, l’uomo ha percorso un tragitto di diversi chilometri, fra Tel Aviv e Jaffa. Per questa ragione, secondo la radio militare, si indaga la possibilità che abbia avuto un fiancheggiatore. Intanto la polizia israeliana ha dislocato 3mila agenti a Gerusalemme. L’obiettivo è di affrontare possibili tensioni durante le preghiere nella Spianata delle Moschee per il venerdì del Ramadan, il mese che ogni anno i fedeli islamici dedicano al digiuno.

Israele, 4 attentati in 2 settimane

Quello della notte scorsa a Tel Aviv è il quarto attentato in poco più di due settimane in Israele. Dopo Beersheva, Hadera, Bnei Brak – 11 morti in tutto – adesso è toccato alla strada simbolo della movida cittadina di Tel Aviv. Ovvero via Dizengoff, in pieno centro. E di giovedì, che in Israele è il giorno in cui si comincia a festeggiare l’arrivo del fine settimana.

La polizia sul posto dopo l’attacco a Tel Aviv

 

Abu Mazen: “Condanno le uccisioni

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha condannato “l’uccisione di due civili israeliani parlando però di “una sparatoria nel centro di Tel Aviv“. Ha ribadito che “l’uccisione di palestinesi e israeliani conduce solo a un deterioramento della situazione” in un periodo segnato dal Ramadan. Ma anche dalla contemporanea Pasqua ebraica e da quella cristiana. Abu Mazen ha poi sottolineato il “pericolo delle continue incursioni sulla Moschea Al Aqsa e delle azioni provocatorie di gruppi di coloni (israeliani, ndr.) estremisti“.

La paura è ora che nelle città tornino gli scontri tra arabi ed ebrei, sottolinea sul Corriere della Sera Davide Frattini. Vale a dire fra cittadini israeliani e cittadini israeliani, come nel maggio dell’anno scorso durante gli 11 giorni di guerra con Hamas, l’organizzazione politica e paramilitare palestinese islamista, sunnita e fondamentalista. Che da Gaza ha esaltato “le missioni eroiche” senza rivendicarle. I palestinesi continuano a denunciare il fatto che Israele prosegua nell’emarginazione e nelle violenze nei loro confronti. Comprese uccisioni, anche di bambini. E nelle occupazioni arbitrarie di territori.

Abu Mazen, 87 anni, presidente dell’Autorità nazionale palestinese

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