Per quanto riguarda la pandemia di Covid, in Italia “ci stiamo avviando verso una situazione marcatamente favorevole, tutti i numeri ci indicano che questa è la direzione“. Lo ha detto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), Franco Locatelli, a Sky Tg24.
I casi quotidiani restano alti, in realtà: ieri 2 febbraio si sono avute nel nostro Paese 118.994 nuove infezioni e 395 morti. Ma l’occupazione di posti letto in terapia intensiva, come in area medica, da parte di pazienti Covid, è in leggero calo. Le decisioni prese con l’ultimo decreto del Governo Draghi (di ieri 2 febbraio) “vanno nella direzione di mantenere aperto il paese“. In questi mesi, ha aggiunto, “siamo riusciti a gestire la quarta ondata dovuta ad Omicron mantenendo tutto aperto. A differenza di altri paesi come Germania, Olanda e Austria che hanno dovuto ricorrere a lockdown o a chiusure di attività“. E questo, ha concluso, “è stato possibile grazie all’alto numero di vaccinati“.
Se la corsa del virus continuerà a rallentare, ha insistito Locatelli, “tra qualche settimana potremmo affrontare anche la tematica delle mascherine.” Sulla fine dell’obbligo di mascherina all’aperto ha poi aggiunto: “Vediamo in funzione dei numeri. Ma la fine di febbraio è una possibilità. Vediamo l’evoluzione della curva epidemica nel paese e in base a quello si potrebbe si deciderà se anticipare o posticipare“.
All’inizio della primavera, inoltre, potrebbe essere a disposizione in Italia il vaccino anti Covid per i bambini nella fascia di età fra 0 e 5 anni. A dirlo è sempre il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, il quale ha sottolineato che anche in questo caso saranno previste due dosi. E ci sarà un dosaggio “ulteriormente ridotto“ rispetto a quello che viene proposto per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. “Direi che potrebbe essere ragionevole – ha detto rispondendo ad una domanda – ipotizzare l’orizzonte dell’inizio della primavera per avere questi vaccini a disposizione. Dopo che le agenzie regolatorie avranno dato il via libera“.
Parlando poi dell’ipotesi di una quarta dose di vaccino contro il Covid, dopo il richiamo (la terza dose), Locatelli ha spiegato la sua posizione. Che, al momento, è poi quelli di molti. Ovvero che bisogna “affrontare la problematica in maniera molto laica, non dandola per scontata ma non escludendola“. “Traiamo le evidenze dai dati e da lì costruiamo tutte le scelte – ha sottolineato il coordinatore del Cts – Potremo anche eventualmente avere scelte differenziate. A seconda dello stato immunologico dei soggetti, chi ha una situazione complicata, i fragili, potrà essere considerato come categoria da considerare per la quarta dose. Nessuno ha argomenti per sostenere ora se escluderla o somministrarla“.
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