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Cassese e Amato in pole, ma sale anche Belloni: si stringe sul nome per il Quirinale

A vuoto anche il primo scrutinio a maggioranza assoluta. In calo le quotazioni di Draghi e Casini, che però restano in corsa

Senza successo anche il quarto scrutinio, oggi 27 gennaio, per l’elezione del Capo dello Stato al Quirinale. Il voto è ancora in corso e si attende l’ufficializzazione, ma la sorte è stata la medesima anche nel primo in sarebbe stata sufficiente la maggioranza assoluta di 505 grandi elettori e non più quella qualificata di 673. Giro di incontri in mattinata: vertice dei leader del Centrodestra e incontro anche del centrosinistra con Letta, Conte, Speranza e i capogruppo di Camera e Senato delle tre forze politiche.

Quirinale, i rumors sui papabili

I rumors di palazzo segnalano la crescita delle possibilità di elezione al Quirinale per l’ex giudice della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, 85 anni, e per l’ex premier oggi vicepresidente della Consulta, Giuliano Amato, 83 anni. Ma anche e soprattutto per Elisabetta Belloni, 63 anni, diplomatica e attuale capo dei Servizi segreti italiani, voluta da Mario Draghi. Per il capo del Governo le quotazioni sarebbero in calo, così come per l’ex Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. Sulla Belloni, gradita all’opposizione (Fratelli d’Italia), dal PD fanno sapere che si tratterebbe di “una soluzione onorevole per tutti“.

Quirinale, rabbia per i voti burla

Intanto i Presidenti di Regione e gli altri delegati regionali mostrano sempre più insofferenza per il prolungamento dei tempi del voto per il Quirinale. Giovanni Toti (Liguria) chiede che la soluzione debba uscire nelle prossime 24 ore. Il suo omologo del Piemonte, Alberto Cirio, è ancora più esplicito: «Non si ha idea di quanto la gente si incazzi per i voti burla. Mi chiamano artigiani di Cuneo, imprenditori di Biella: ‘a noi raddoppiano la bolletta e voi votate Nino Frassica!‘ Basta, l’elezione del presidente della Repubblica è una cosa seria”.

Giorgia Meloni, Presidente di FdI

L’astensione del Centrodestra

Al quarto scrutinio per il Quirinale il Centrodestra ha annunciato l’astensione. “Abbiamo deciso di proporre la disponibilità a votare un nome di alto valore istituzionale” recita una nota. L’astensione è un modo per contarsi? “Le prove di forza non ci interessano. Noi le proposte le abbiamo fatte. Speriamo di arrivare a un nome il prima possibile. Noi chiediamo di accelerare“, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando con i giornalisti alla Camera.

Quirinale, l’irritazione di Meloni

Ma Fratelli d’Italia rompe ancora una volta l’apparente unità della coalizione. I suoi senatori non rispondono alla chiama per il voto al Quirinale. Anziché proclamarsi astenuti sono risultati assenti. Hanno risposto però alla seconda chiama, astenendosi. Alla fine hanno rispettato la consegna ma inviando un chiaro segnale di smarcamento alla Lega e a Forza Italia. Sembra che Giorgia Meloni sia irritata da quello che considera un tatticismo fine a se stesso e sia pronta ad aprire sui nomi di Sabino Cassese e Elisabetta Belloni, mentre boccia senza appello Pier Ferdinando Casini.

M5S, PD, LeU: “Subito il confronto

Dal canto loro M5s, Pd e Leu hanno dato indicazione di votare scheda bianca al quarto scrutinio per il Quirinale. “Riconfermiamo la nostra immediata disponibilità a un confronto per la ricerca di un nome condiviso, super partes, in grado di rappresentare tutti gli italiani” hanno affermato. “In questo Parlamento in cui non c’è una maggioranza di centrodestra o di centrosinistra bisogna che tutti si concorra a una soluzione senza vincitori e vinti” ha detto il segretario Dem, Enrico Letta. “Credo che non si si chiuderà oggi, credo si chiuderà domani” secondo il leader di Italia viva Matteo Renzi a Radio Leopolda. “Il Centrodestra lascerà passare ancora un giro, e poi domani andranno a più miti consigli. Oggi sarà un’altra giornata di tempo perso“. “Questa è una liturgia che andava bene negli anni ’40 e ’50“.

Quirinale Draghi Berlusconi
Dopo Berlusconi, anche Draghi rischia di uscire dai papabili per il Colle

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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