Nelle prossime settimane, ha dichiarato al Forum di Davos la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la Ue presenterà formalmente il Chip Act. Si tratta di un atto normativo dell’Unione (passerà anche al vaglio del Parlamento europeo) che ha l’obiettivo di rendere l’Europa autonoma nella produzione dei microchip.

Microchip, gli obiettivi della Ue

Tutto al fine di spezzare la dipendenza dai mercati asiatici. “Cambieranno gli aiuti di Stato per creare fabbriche per la produzione” ha detto von der Leyen al World economic forum. “La domanda per i semiconduttori nel mondo sta esplodendo, i microchip sono ovunque oggigiorno. Non c’è economia digitale senza i microchip e il fabbisogno dell’Ue raddoppierà in 10 anni“, ha aggiunto. “Ecco perché dobbiamo alzare la posta in gioco quando si parla di produzione” ha sottolineato la Presidente della Commissione. “Non c’è tempo da perdere: entro il 2030 il 20% della produzione mondiale di microchip dovrà avvenire entro i confini europei“.

La crisi dei microchip

A seguito della pandemia di Covid e della forte ripresa della domanda globale di microchip nell’ultimo anno, si è determinato un profondo squilibrio nel comparto dei semiconduttori. L’offerta non è al momento in grado di soddisfare la crescita della domanda. Perciò la crisi sta travolgendo molti settori, prima fra tutti l’industria automobilistica di tutto il pianeta. Compreso, ovviamente, il nostro Paese, dove la produzione di autoveicoli ad agosto 2021 è calata del -37,4% su base annua. A luglio dello stesso anno, quando la carenza dei semiconduttori non si era fatta sentire in modo così sensibile, la produzione industriale di autoveicoli nei primi 7 mesi era risultata in rialzo del +50,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Strategia per un settore cruciale

Il Chip Act che la Commissione Ue presenterà all’approvazione dell’Europarlamento fa perno su 5 punti chiave. “Più produzione” localizzata nella Ue; “leadership europea” nel design; migliorare “la ‘cassetta degli attrezzi’ necessaria a fronteggiare la penuria” di chip. Ma anche sostegno alle piccole aziende “innovative“, nonché un’ulteriore “modifica delle regole sugli aiuti di Stato” per sostenere la capacità produttiva. Ursula von der Leyen ha ribadito un concetto già espresso in diverse altre occasioni: “L’Europa non può permettersi di dipendere da altri per le forniture di microprocessori“. Secondo la Presidente l’Europa è posizionata bene quando si tratta di “ricerca” e di “componentistica” per la creazione delle fabbriche dei chip. Perciò si tratta di avere una strategia in campo per aumentare la sovranità della Ue in un settore così cruciale.

Ursula von der Leyen (prima a sinistra). Foto Twitter @vonderleyen

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