Boris Johnson sta affrontando ulteriori pressioni per l’inchiesta denominata Party-gate. Il primo ministro inglese è già stato sentito da Sue Gray, l’alta funzionaria indipendente che guida il caso. Ma la situazione si evolve di ora in ora e si arricchisce di nuove testimonianze. Altri due ministri del suo governo, infatti, lo hanno criticato per le feste durante il lockdown a Downing Street.

Boris Johnson sempre più solo: le accuse dei ministri

Dominic Cummings, ex braccio destro di Boris Johnson ha accusato il  primo ministro di aver fuorviato il Parlamento con la sua versione dei fatti. Mentre l’indagine per il Party-gate avanza, cresce anche l’indignazione da parte dei ministri, che si schierano contro di lui.

Alcune affermazioni, infatti, contraddicono la dichiarazione di Johnson alla Camera dei Comuni di mercoledì scorso. In quell’occasione, infatti, il primo ministro aveva dichiarato che era stato il suo segretario privato, Martin Reynolds, ad organizzare l’evento. L’uomo è attualmente indagato dall’alto funzionario statale Sue Gray. Secondo alcuni, però, si tratterebbe di una strategia di difesa che fa parte del piano Red Meat, messo a punto per superare questo momento di difficoltà. Stando al Daily Mirror, però, la veridicità del piano ha ricevuto la smentita dal ministro dell’Istruzione, Nadhim Zahawi, secondo cui “l’esecutivo non agisce certo in questo modo“.

La posizione del governo sul Party-gate

Downing Street, dunque, avrebbe messo a punto un piano di salvataggio su vasta scala per rafforzare la posizione del Primo Ministro dopo le accuse del Party-gate. Con l’operazione Red Meat, dunque, il governo ha tentato di negare in maniera compatta le affermazioni di Cummings. Ma due dei ministri di Johnson hanno apertamente criticato il primo ministro, dichiarando che gli scandali procureranno “gravi danni” alla fiducia dell’opinione pubblica nel governo.

Il ministro della Scienza, George Freeman si è detto “scioccato e sbalordito” dalle rivelazioni. Secondo il Times, si è anche indignato per il fatto che il governo fosse in grado di godersi tali incontri, mentre i suoi elettori “non potevano vedere i propri cari morenti“. Anche il ministro della salute, Maria Caulfield, ha insistito sul fatto che, indipendentemente dal fatto che le regole fossero state violate “tecnicamente” o meno, si sia andati contro “lo spirito delle regole“. Intanto Downing Street continua a negare ogni coinvolgimento consapevole di Boris Johnson. Un portavoce del n.10 ha dichiarato: “Non è vero che il Primo Ministro è stato avvisato in anticipo dell’evento. Come ha detto all’inizio di questa settimana, credeva implicitamente che si trattasse di un evento lavorativo. Si è scusato con la Camera e si è impegnato a rilasciare un’ulteriore dichiarazione una volta che l’indagine sarà conclusa“.

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