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Quirinale, la tenaglia di Gianni ed Enrico Letta per fermare Berlusconi

Il consigliere del Cav tenta di dissuaderlo perché teme trappole. Il segretario dem invoca un "Presidente come Mattarella"

A meno di due settimane dall’elezione del Capo dello Stato al Quirinale, l’auto-candidato Silvio Berlusconi si prepara a gettare il guanto di sfida al Parlamento e ai grandi elettori. E si misura con le posizioni del suo consigliere più fidato, Gianni Letta, e, a distanza, del nipote di quest’ultimo, il segretario del PD, Enrico Letta. Da fronti contrapposti entrambi i Letta non vogliono che il fondatore di Forza Italia diventi il nuovo Capo dello Stato.

Quirinale, le mosse di Berlusconi

Ancora non ha deciso cosa fare e vede quel che succede” assicura chi ha avuto modo di sentire Berlusconi in queste ore. In realtà, salvo la clamorosa sorpresa di tirarsi indietro all’ultimo momento nella battaglia per i Quirinale, il Cav potrebbe chiedere ai suoi di votare scheda bianca ai primi tre scrutini. E dal quarto – quando basterà la maggioranza assoluta e non più quella qualificata dei due terzi – di votare massicciamente e senza esitazioni per lui. L’obiettivo è di raccogliere alcune decine di voti in più che gli consentano di spuntarla: gli serve una maggioranza di 505 grandi elettori su 1009 per diventare il nuovo Presidente della Repubblica.

Gianni Letta, il sussurro del no

Il Cav, che a Villa Grande a Roma ha riunito lo stato maggiore di Forza Italia, non si stacca dal pallottoliere. È sempre al telefono, prende appunti, fa i suoi calcoli. E ascolta le forti perplessità sulla sua discesa in campo quirinalizia espressi da Gianni Letta. Il deus ex machina di tante imprese berlusconiane è contrario al fatto che Berlusconi si candidi al Quirinale. È convinto che la tentazione di farlo cadere in trappola sarebbe troppo forte per i grandi elettori e i franchi tiratori. Con conseguenze pesanti sul Cavaliere in termini politici ma anche umani e psicologici.

Salvini Mascherina
Il capo della Lega, Matteo Salvini

Centrodestra, vertice sul Quirinale

Quanto al summit di Centrodestra sul Quirinale, il primo del nuovo anno, ancora non c’è una data. Qualcuno aveva pensato di tenerlo dopo la direzione del Partito Democratico, ma visto che questa è slittata a sabato 15 gennaio, questo significherebbe rinviare tutto alla prossima settimana. Berlusconi potrebbe anche decidere di accelerare e anticipare tutto. Oppure di fare incontri separati con Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Enrico Letta e il Mattarella bis

Intanto, con una mossa a sorpresa, a DiMartedì, su La 7, il segretario del PD, Enrico Letta, rilancia Sergio Mattarella. L’identikit dei dem per il Quirinale, dichiara, è “un presidente o una presidente di profilo istituzionale“. Vale a dire “non un capo partito, né uno come me o Salvini o Conte o Berlusconi. Ma profilo istituzionale, super partes. Credo si debba chiedere al Parlamento di votare un presidente con le caratteristiche di Mattarella“. A Giovanni Floris che lo ha interrotto dicendogli: “Oppure Mattarella…”, Letta ha risposto: “Sarebbe il massimo, ovviamente“.

“Nuovo patto per il Governo”

Anche se noi trovassimo l’accordo su un candidato o una candidata” al Quirinaleche prendesse un largo consenso” ha proseguito Letta, “è chiaro a tutti che il patto di governo deve trovare nuova energia.” Per il Colle “lancio un appello al Centrodestra: vediamoci. L’unica condizione che ritengo inaccettabile è una parte che si siede e dice: io propongo il capo-partito della nostra fazione e voi ce lo votate.” Berlusconi deve fare prima un passo indietro?Questo sì, anche perché non è che noi dobbiamo pagare un prezzo per la rinuncia di Berlusconi“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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