Il Covid, spinto dalla variante Omicron, determinerà una situazione difficile per i prossimi tre mesi “almeno“, ma “possiamo intravederne la fine”. Così David Nabarro, inviato speciale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). “Temo che siamo lungo una maratona ma non c’è modo di dire che siamo giunti alla fine” ha sottolineato Nabarro a Sky News. “Possiamo intravedere la fine all’orizzonte ma non ci siamo ancora. E ci saranno turbolenze prima di arrivarci“.

Covid, saltano le operazioni ai malati gravi

È allarme, intanto, dalla Società italiana di chirurgia (Sic) per la riduzione degli operazioni negli ospedali. A seconda delle regioni si va da un -50 a un -80% di interventi chirurgici. Spesso non è possibile operare neanche i pazienti con tumore perché non si ha la disponibilità del posto di terapia intensiva nel postoperatorio. “Le Aziende sanitarie sono costrette a destinare ampi spazi di ricovero ai pazienti Covid. E le terapie intensive sono in gran parte occupate da pazienti principalmente no vax – spiega la Sic – si assiste all’aggravamento delle patologie tumorali che spesso arrivano tardi in ospedale ormai inoperabili“.

Posti letto di chirurgia dimezzati

La situazione è drammatica, spiega il presidente della Società italiana di chirurgia Francesco Basile. “Nei reparti di chirurgia i posti letto sono dimezzati” afferma. “C’è il blocco dei ricoveri in elezione, le terapie intensive riconvertite per i pazienti Covid, infermieri e anestesisti delle sale operatorie trasferiti ai reparti Covid.” In questo modo, sottolinea, “l’attività chirurgica in tutta Italia è stata ridotta nella media del 50% con punte dell’80%, riservando ai soli pazienti oncologici e di urgenza gli interventi. Ma spesso non è possibile operare neanche i pazienti con tumore perché non si ha la disponibilità del posto di terapia intensiva nel postoperatorio

Liste d’attesa per colpa del Covid

Nel 2021 non siamo riusciti, nonostante l’impegno delle autorità sanitarie e dei chirurghi a smaltire le liste di attesa accumulate nel 2020 per patologie chirurgiche in elezione” continua. “E ciò anche se molte Regioni si sono organizzate con sedute operatorie aggiuntive su specifici progetti. Adesso le liste di attesa torneranno ad allungarsi a dismisura“. Basile afferma che ci si trova praticamente nella stessa situazione Covid del 2020, “che ha portato come conseguenza 400mila interventi chirurgici rinviati“. Un notevole aumento del numero dei pazienti in lista di attesa e, ciò che è più pesante, “si è assistito all’aggravamento delle patologie tumorali che spesso sono giunte nei mesi successivi in ospedale ormai inoperabili“.

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