Ben prima che il successo lo travolgesse con progetti del calibro de Il mio vicino Totoro (1988), fino al Premio Oscar nel 2001 per La città incantata, ad Hayao Miyazaki vanno riconosciuti altri meriti. Tra gli esponenti di maggior prestigio della cultura pop made in Japan, è inoltre il fondatore del rinomato Studio Ghibli, la più importante casa di produzione di film d’animazione nipponici (gli anime). Ma, ancor prima che lo Studio nascesse e la sua creatività si diramasse i mondi fino ad allora inesplorati, il regista giapponese ci regalò Lupin III. O, per meglio dire, gli diede forma e vita animate, le stesse grazie a cui oggi lo conosciamo ancora.

Nonostante la più recente versione live action targata Netflix – che, tutto sommato, grazie a Omar Sy ha offerto un novello ladro gentiluomo – abbia convinto il pubblico, una cosa è certa: di Lupin ne resterà uno solo. Ed è, indubbiamente, quello gli Hayao Miyazaki.

Hayao Miyazaki e il suo ladro gentiluomo che a distanza 50 anni non ci stanca mai

Nato a Tokyo il 5 gennaio 1941, Hayao Miyazaki è senza dubbio uno tra i primi nomi che vengono in mente se si pensa all’animazione giapponese. Ha esordito, poco più che ventenne, in veste di disegnatore facendosi strada nella società della Toei, una tre le più importanti in assoluto. Il punto di svolta avvenne nel 1971 quando, insieme ai colleghi Isao Takahata e Yōichi Kotabe, basandosi sul manga di Monkey Punch, si trovò incluso nel team produttivo della serie Le avventure di Lupin III. Lo show, per il quale diresse 15 episodi, ha segnato il suo debutto alla regia in assoluto.

Il personaggio del ladro gentiluomo, per Hayao Miyazaki, si rivelò particolarmente proficuo per la fase iniziale della sua carriera. Nel 1979, infatti, il genio visionario dell’animazione nipponica ha debuttato sul grande schermo ripercorrendo proprio le vicende del nipote di Arsenio Lupin. Lupin III – Il Castello di Cagliostro, dunque, è stato l’inizio di tutto. Per la prima volta, Miyazaki aveva tra le sue mani un progetto tutto per sé; e, mai come allora, aveva potuto sperimentare dando sfogo alla sua creatività. Nella riscrittura del personaggio principale, in quella che a tutt’oggi è ricordata come la miglior trasposizione cinematografica (ad oggi) del ladro gentiluomo, è perciò insito il passaggio dal puro disegnatore all’artista. Dalla tecnica all’ispirazione, da uno dei tanti all’uno sopra i tanti.

Pur mantenendo il tratto caricaturale, farsesco e grottesco del manga, al Lupin privo di scrupoli e meschino, Hayao Miyazaki ha preferito un eroe romantico, galante, pur sempre amante dell’azzardo, ma anche maldestro. A cavallo tra ironia e pericolo, il regista di Tokyo ha tracciato una nuova personalità che, nonostante la distanza rispetto all’originale, ha conquistato anche lo stesso autore Monkey Punch. Perché, in fin dei conti, rappresenta il vero archetipo del ladro gentiluomo.

Lo Studio Ghibli festeggia il nuovo anno con un’illustrazione del Maestro

Come ormai da tradizione, Hayao Miyazaki ha deliziato i suoi fan – e non – con un disegno benaugurale, riproponendo in chiave animata l’animale-simbolo di quest’anno. In base all’oroscopo cinese – seguito, per le ricorrenze, anche in Giappone – il 2022 è l’anno della Tigre, segno di forza e coraggio, di buon auspicio per uscire dalla situazione pandemica. Senza, però, rinunciare alla creatività. L’illustrazione è solo il preludio dell’attesissimo nuovo film del Maestro, E voi come vivrete? Pur avendo annunciato il ritiro nel 2013 – regalandoci il suo ultimo grande capolavoro, Si alza il vento – il regista ha deciso di emergere di nuovo dal suo mondo. Donandocene un altro peculiare sguardo, come solo lui sa fare.

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