L’idea dell’obbligo vaccinale anti Covid per tutti i cittadini – non quindi solo per alcune categorie – piace a quasi 8 italiani su 10. Lo rileva un sondaggio dell’Istituto Ixè. E mentre la variante Omicron è sotto i riflettori, si avvicina la cabina di regia col premier Draghi che il 23 dicembre valuterà eventuali misure sulla base dei dati epidemiologici. Per gli esperti, che da oltre 20 mesi affrontano l’emergenza Coronavirus, è il momento di una svolta che deve concretizzarsi nella campagna di vaccinazione.
“L’unico provvedimento che bisognerebbe prendere con urgenza sarebbe quello di rendere il vaccino obbligatorio” dice il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. Il che si potrebbe fare, osserva, “approfittando di queste due settimane di chiusura delle scuole per vaccinare chi non è ancora vaccinato. Dopodiché bisognerebbe dare la possibilità a tutti di vaccinarsi in strutture aperte senza prenotazione e dire che dal 10 gennaio chi non è vaccinato paga una sanzione amministrativa“. “È stato giusto imporre l’obbligo a sanitari, docenti e forze dell’ordine” insiste Bassetti. “Ma ora più che procedere per categorie di lavoratori, bisognerebbe procedere per fasce d’età. Dai 40 anni in su, dove il virus picchia molto duro. Chi ha più di 40 anni per poter uscire e andare a lavorare dovrebbe essere vaccinato. Io come medico dico che ci vorrebbe l’obbligo vaccinale, poi decidere come applicarlo spetta ai politici, almeno qualcosa lo facciano loro“.
Quasi a rincarare la dose sulle preoccupazioni di molti cittadini verso la virulenta quarta ondata della pandemia e la necessità di combatterla con ancor più forza, arrivano le dichiarazioni di Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea del farmaco (Ema). Oggi 21 dicembre Cooke ha fatto sapere che “la variante Omicron” del Covid “è in cima ai pensieri di tutti noi“. Perché si tratta di “un virus con cambiamenti significativi nella proteina Spike. Con evidenze emergenti di un’aumentata trasmissibilità e della capacità di sfuggire ai vaccini. E anche all’immunità ottenuta dall’infezione contratta in precedenza.” “Noi enti regolatori – ha proseguito Cooke – siamo ampiamente consapevoli che il virus muta ed è una situazione per la quale siamo preparati. Anche le aziende sanno quali passi devono fare se dovesse rivelarsi necessario un cambiamento” nei vaccini. “Ma lasciatemi sottolineare – ha detto ancora la direttrice dell’Ema – che non c’è ancora una risposta” alla domanda “se avremo bisogno di un vaccino adattato con una composizione diversa“.
Il sondaggio Ixè sull’obbligo vaccinale. Foto Twitter @istitutoixe
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