380 milioni di dollari, per oltre 500 ginnaste vittime di abusi sessuali. L’orco in questo caso è Lawrence Nassar, l’uomo che doveva curarle, in cui riponevano fiducia. Alcune sono diventate delle star assolute del loro sport, nonostante lui, l’ex medico della nazionale Usa, al prezzo più grande se si esclude la vita per una donna. Giovani donne, in questo caso spesso bambine, che si cimentano con una disciplina che impone sacrifici durissimi per prestazioni che ammaliano il pubblico. Ma in questa storia c’è stato un risvolto di violenza che nessuna cifra potrà mai risanare. Tutte hanno subito molestie, che hanno lasciato ansia, depressione e disordini da stress post traumatico; alcune di loro hanno tentato il suicidio per gli abusi perpetrati per anni e mascherati sotto pretesto di trattamenti medici.

Lo scandalo con molestie più grande della storia dello sport

Il patteggiamento è per una cifra imponente, siglato dalla Federazione americana di ginnastica artistica con i comitati olimpico e paralimpici statunitensi. Si chiude con questo accordo transattivo uno dei più grandi scandali con molestie nella storia dello sport, ma anche fuori dall’ambito sportivo, per numero di ragazze coinvolte – in un’età cruciale quella dell’adolescenza che segna lo sviluppo della donna –  e per il delicatissimo ruolo del carnefice.

La notizia si è diffusa come spiega l’agenzia Ansa durante la procedura per bancarotta della Usa Gymnastic davanti al competente tribunale dell’Indiana per i reati finanziari della società. I fondi risarciranno tutte le atlete che hanno accusato Nassar, comprese diverse campionesse olimpiche a stelle e strisce, tra cui spiccano Simone Biles, McKayla Maroney e Aly Raisman.

Simone Biles: Atleta dell’anno per Time. Vola oltre gli abusi ancora una volta

Proprio lei la grandissime Simone Biles nel momento in cui chiude questo capitolo dolorosissimo della sua vita personale e sportiva si è vita riconoscere dal quotidiano Time il titolo di Atleta dell’anno. Con la motivazione che recita: “Ha fatto il passo straordinario di dire basta“.

Rio de Janeiro – Simone Biles, ginasta dos Estados Unidos, durante final em que levou medalha de ouro na disputa por equipes feminina nos Jogos Olímpicos Rio 2016. (Fernando Frazão/Agência Brasil)
Simone Biles poses with her gold medal after USA won gold the women’s team final in Rio de Janeiro on August 9, 2016. Photo courtesy of REUTERS/Mike Blake
*Editors: This photo may only be republished with RNS-OLYMPICS-BILES, originally transmitted on August 10, 2016.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La celebre testata, con sede a Manhattan, che ogni anno incorona il personaggio in diverse categorie, ha scelto la grandissima ginnasta per quanto accaduto a Tokio 2020 spiegando come “con gli occhi del mondo puntati su di sé, fece il passo straordinario di dire: basta“. In quel momento a gare in corso, ha motivato il ritiro dalle finali di varie specialità, lei la grande favorita, l’unica ad eguagliare la Comaneci, avendo la forza di raccontare dei propri “demoni interiori“. L’ansia e i “twiestis” – improvvisi blocchi mentali che le facevano perdere l’orientamento durante gli esercizi – scegliendo di dare spazio alla salute e al benessere di lei come giovane donna e non alla grandissima atleta che ha scritto la storia della ginnastica. E chissà quanto hanno pesato sul crollo anche i tremendi strascichi delle violenza subite.

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