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Borsino Chigi-Quirinale, elezioni più vicine? Draghi e Mattarella hanno in mano il futuro dell’Italia

Una telefonata fra i due potrebbe sbloccare il rebus del Colle. Gli scenari sulle intenzioni di voto non premiano nessuno in modo netto

Accanto al tema, sempre più discusso, dell’elezione del nuovo Capo dello Stato al Quirinale, si pone quello delle possibili elezioni politiche anticipate, nel 2022, a cui l’Italia potrebbe andare incontro. Se infatti Mario Draghi diventasse il prossimo Presidente della Repubblica, il Governo potrebbe cadere.

Draghi al Quirinale, Governo a rischio

Detto in altre parole: l’attuale maggioranza di unità nazionale che lo sostiene, di fatto imposta ai partiti lo scorso febbraio da Sergio Mattarella, rischierebbe di sciogliersi come neve al sole. Una così larga maggioranza, dal PD alla Lega, si è infatti coagulata sul nome dell’ex banchiere centrale, l’asso nella manica con cui Re Sergio risolse indirettamente la crisi di governo, dopo il nulla di fatto per il Conte Ter. Se dunque a gennaio dovesse verificarsi il ‘trasloco’ istituzionale più importante degli ultimi anni – Draghi da Palazzo Chigi al Palazzo del Quirinale – con una probabile crisi di governo si spalancherebbero le porte delle elezioni anticipate.

Quirinale, Chigi e i 3 scenari elettorali

Un sondaggio YouTrend, pubblicato da Repubblica, individua alcuni possibili scenari. Se si votasse adesso chi vincerebbe le elezioni? Dalla simulazione risultano tre scenari. Nello scenario A a sfidarsi sarebbero l’asse giallorosso PD e M5S, il blocco sovranista composto da Lega e FdI, e un polo centrista composto da IV, Azione, +Europa, Forza Italia e Coraggio Italia. In questo caso PD e Cinque Stelle diventerebbero lo schieramento di maggioranza relativa con circa la metà dei seggi alla Camera e al Senato.

Elezioni, gli schieramenti

Diversi gli esiti dello scenario B. I tre schieramenti sarebbero il Centrodestra classico (Lega, FdI, FI, Coraggio Italia), il polo centrista (IV, Azione e +Europa) e l’asse giallorosso. In questo caso sarebbe il Centrodestra a vincere, ottenendo metà seggi alla Camera e al Senato. Infine, nello scenario C, si vedrebbe il Centrodestra perdere contro un maxi-schieramento comprendente sia l’asse giallorosso che IV, Azione e +Europa. Quest’ultimo otterrebbe infatti oltre metà seggi alla Camera e anche al Senato.

Paura di perdere il seggio

Ciascuna di queste situazioni è conseguente all’ipotesi del venir meno del Governo Draghi. Non si devono, però, considerare come scenari imprescindibili. Perché, se è vero che Sergio Mattarella non vuole farsi rieleggere al Quirinale è altrettanto vero che esiste tra le forze di maggioranza la volontà di non interrompere la legislatura. Non fosse altro che per un motivo brutale. Ossia che molti degli attuali parlamentari con le elezioni anticipate perderebbero il seggio di qui a pochi mesi, data la riduzione dei membri delle due Camere varata per legge.

Quel filo rosso Chigi-Quirinale

Ma chi mai potrebbe convincere Re Sergio a restare al Colle, in modo che l’attuale premier non si muova da Palazzo Chigi e l’Italia completi le riforme del PNRR con l’attuale Governo? Forse un uomo solo: Draghi. Lo ha già fatto, da Governatore della Bce, nel 2013 con Giorgio Napolitano, quando telefonò all’allora Capo dello Stato e riuscì a convincerlo a restare ancora due anni al Quirinale. Chissà che alla fine non basti una telefonata fatta al momento giusto dalla persona giusta per risparmiare all’Italia elezioni dall’esito incerto. E tempi indefiniti per la formazione di un nuovo Governo, in mezzo alla pandemia di Covid-19.

Draghi Quirinale Palazzo Chigi
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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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